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Via Rota, l’incrocio “tappo”: l’ira del quartiere di Selvana a Treviso

I residenti denunciano: «Mancano lo svincolo dedicato e le due corsie in uscita». Torresan (Lega): «Inascoltato per anni»

Andrea Passerini
2 minuti di lettura
L’incrocio di via Rota e viale Brigata Marche va in sofferenza nelle ore di punta e nei giorni di pioggia 

«I due giorni di pioggia le auto erano praticamente in processione, all’ora di punta, arrivavano al Tiepolo, praticamente a Carbonera». Lo sfogo di Dario, residente in una laterale di viale Brigata Marche, rende bene l’idea. «E pensare che c’era il verde, al semaforo fra via Brigata Marche e via Salsa, ma le auto che non potevano svoltare a sinistra su via Rota facevano da tappo e bloccavano tutte le altre».

Né la rotonda di Selvana, né gli altri interventi viari hanno insomma decongestionato l’accesso alla città da Est, almeno nelle ore di maggior flusso dei veicoli.

E sul banco degli imputati, per i residenti del quartiere, finisce proprio l’incrocio fra via Rota e viale Brigata Marche. Viene contestata la filosofia dell’incrocio a “T”, dove è appena stato riqualificato un enorme stabile adiacente alla caserma retrostante. Sia in uscita da viale Brigata Marche, per chi proviene da Selvana e che non ha una corsia dedicata per svoltare e finisce fatalmente per intralciare il deflusso a sinistra, sia per chi si immette sul viale provenendo dal Catasto. Chi deve svoltare a sinistra, proprio per la presenza di chi deve viceversa entrare nella via, deve attendere, e a sua volta fa da tappo al deflusso in immissione.

«Una volta sua via Rota c’era solo il traffico di servizio per chi abitava nella via, ora in molti lo utilizzano come alternativa a via Piave via Marconi e via Ciardi, per saltare il semaforo», spiega una signora che abita in uno dei palazzoni di via Rota, «Una delle ultime sere la coda arrivava al catasto, perché non ci sono le due corsie distinte in uscita e molti percorrono questa via per aggirare il semaforo fra via Brigata Marche, via Ciardi e via Salsa».

Ma il più duro è un leghista, l’ex consigliere comunale Giorgio Torresan, che abita a Selvana: «Per almeno tre anni ho sollecitato lo snellimento dell’incrocio con la corsia dedicata e le due corsie per l’immissione sul viale, ma non c’è stato niente da fare», dice Torresan, «Come aver parlato al vento. Ho concluso che in Comune non comandino davvero né il sindaco né gli assessori, ma gli uffici... Meglio che mi taccia, va. E non faccio nemmeno nomi, l’amministrazione sa benissimo di cosa parlo. No, una cosa la dico: beffa delle beffe è stata che una delle ragioni addotte per dire no all’intervento era che si sarebbe dovuto abbattere un albero, e non si poteva perché era sano. Così mi era stato ribadito più volte. Poi succede che l’albero l’hanno abbattuto, ma al suo posto ci hanno fatto un aiuola».

Il quartiere è ovviamente preoccupato anche in prospettiva: con quello che sorgerà alla vicina ex caserma Salsa (Finanza, Entrate, poi centri polifunzionali, parco pubblico palestre e spazi per i giovani) tutta la viabilità del quadrante rischia di collassare nelle ore di punta, già oggi sofferenti.

«Da anni non si interviene in questo quartiere», dice un pensionato che abita lungo viale Brigata Marche, «forse è il momento che i tecnici prendano in mano la situazione. La viabilità in queste strade è nettamente peggiorata».

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