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Sicurezza sul lavoro e degrado, sequestrati un calzaturificio e due aziende tessili

Blitz della guardia di Finanza in quattro laboratori nella zona del Montebellunese: riscontrate gravi carenze in materia di sicurezza e nella gestione dei rifiuti

Marco Filippi
1 minuto di lettura

Blitz degli uomini delle Fiamme Gialle hanno messo a segno nei giorni scorsi un blitz in un calzaturificio di Montebelluna e in tre aziende tessili di Caerano di San Marco, Cornuda e Volpago. Gli amministratori delle quattro aziende, tutti cinesi, che operavano sulla base di commesse ricevute da imprese locali, sono stati segnalati alla procura della Repubblica di Treviso, a vario titolo, per violazione delle norme sulla prevenzione degli incendi e degli infortuni sui luoghi di lavoro, oltre che per reati in materia urbanistica e gestione dei rifiuti. In particolare, per quanto concerne la prevenzione degli incendi, tra le numerose violazioni riscontrate dalle Fiamme Gialle, le più gravi hanno riguardato la mancanza di indicazioni sulle vie di fuga, di luci di sicurezza in prossimità delle porte di emergenza, di estintori portatili e della cartellonistica che indica la loro posizione, oltre all’impraticabilità delle vie di fuga e all’assenza del certificato di prevenzione incendi.


A queste si sono aggiunte svariate violazioni alla normativa sulla sicurezza dei luoghi di lavoro: macchinari privi di sicurezze negli organi mobili, scarse condizioni igieniche, omessa designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi, mancata compilazione del documento di valutazione dei rischi. In materia ambientale, poi, nella fabbrica di Cornuda è stata accertata la presenza di 20 metri cubi di scarti di lavorazione illecitamente smaltiti, sottoposti a sequestro insieme all’area in cui i rifiuti venivano bruciati, circostanza per cui è scattata la denuncia del titolare per i reati di illecito smaltimento e illegale combustione di rifiuti. Al momento degli accessi, ancora, sono stati identificati tre lavoratori irregolari, di cui uno privo del permesso di soggiorno, immediatamente espulso, con denuncia del datore di lavoro per impiego di manodopera clandestina.

Considerate le condizioni di degrado e pericolo in cui erano gestiti il calzaturificio e due dei tre laboratori tessili, l’impiego di lavoratori irregolari, la violazione delle norme in materia urbanistica e ambientale, i finanzieri del Gruppo di Treviso e della Tenenza di Montebelluna hanno proceduto con il sequestro d’urgenza, che è stato successivamente convalidato da parte del Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Treviso. Infine, l’approfondimento della posizione delle aziende ispezionate ha permesso di accertare pendenze tributarie per 1,2 milioni di euro da parte delle 13 ditte, tutte amministrate da stranieri, che, a partire dal 2010, le hanno gestite: si tratte di vere e proprie imprese “Apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’amministrazione finanziaria, hanno trasferito personale e macchinari nella successiva impresa costituita “ad hoc”, che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo il nome e la partita Iva.

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