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Assalti ai bancomat, quattro condanne a Treviso

Altrettanti i patteggiamenti per otto degli undici componenti della banda che faceva esplodere gli erogatori di denaro

Marco Filippi
1 minuto di lettura

Il tribunale di Treviso

 

Quattro patteggiamenti e altrettante condanne in rito abbreviato. Escono di scena così, almeno per quanto riguarda il processo di primo grado, otto degli undici imputati della banda dei bancomat, in gran parte giostrai che avevano come obiettivi gli erogatori di contanti di istituti di credito e Poste. patteggiamenti e condanne Ieri mattina, davanti al giudice Marco Biagetti, l’udienza preliminare s’è chiusa con questi verdetti.

Patteggiamenti per Angelo Garbin (2 anni, 6 mesi e 20 giorni), Jimmy Cavazza (2 anni 7 mesi e 10 giorni), Vittorio Spigolon (2 anni, 7 mesi e 10 giorni) e Ivan Pozzobon (2 anni 7 mesi e 10 giorni).

Sono stati invece condannati in rito abbreviato Nicolls Garbin a 6 anni di reclusione, Devis Cavazza a 4 anni e 6 mesi, Michel Cavazza a 5 anni e 8 mesi, e Stefano Vago a 4 anni e 8 mesi (difesi tra gli altri dagli avvocati Giuseppe Muzzupappa e Fabio Crea).

Per gli altri tre imputati Oronzo Cavallo, Antonino Ielo e Silvano De Bei si profila un eventuale processo con rito ordinario.

Quindici colpi

Quindici i colpi attributi al commando: il 5 agosto 2020 a Valdobbiadene; nel 2021, il 18 febbraio all’ufficio postale di Zoppola (Pn), il 4 marzo a istituti di credito di Muzzana del Turgnano (Ud) e S. Michele al Tagliamento, il 19 aprile a Porto Viro (Ro) e Eraclea; il 21 aprile a Novaledo e Castelnuovo (Tn); il 24 aprile a ufficio postale di Bibione e alla banca di Pravisdomini (Pn); l’8 maggio a Quarto d’Altino; il 12 a banche di Borso del Grappa, Valdobbiadene, Pieve di Soligo e all’ufficio postale di Moriago. Colpi che hanno fruttato 180 mila euro, che i carabinieri sospettano essere stati reinvestiti nell’acquisto di auto e nella ristrutturazione di immobili.

Una banda organizzatissima, in grado di mettere a segno un colpo, infilando la “marmotta” nel bancomat, facendola esplodere e sparire col bottino in tre minuti.

Le indagini

Le indagini si sono concentrate su una Volkswagen Phaeton. L’avvistamento era diventato una costante dei colpi ai bancomat, ma riusciva sempre a fuggire. Come a Oderzo, quando sono stati scoperti mentre tentavano di rubare una Bmw: sono riusciti a scappare spruzzando il contenuto di un estintore dai finestrini, creando una cortina fumogena impenetrabile.

Durante i raid utilizzavano anche un disturbatore di frequenze per non farsi localizzare col Gps. I timori di essere controllati dalle forze dell’ordine – visto che molti dei componenti hanno precedenti – aveva indotto la banda anche a mettere in atto alcuni stratagemmi di verifica.

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