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Nuovo centro islamico: l’associazione Attawasol bloccata dal Comune di Montebelluna

Capannone riadattato per trasferirvi le iniziative ora in via Piave: «Ci avevano detto che non c’erano problemi, poi lo stop»

enzo favero
2 minuti di lettura

La comunità islamica di Attawasol in piazza a Montebelluna anni fa dopo aver subito una provocazione

 

Avevano acquistato il capannone in disuso in via Arsa, tra Contea e Busta, 4.500 metri quadri da sistemare e avevano cominciato a metterlo a posto direttamente loro nei week end in cui erano a casa dal lavoro.

Volevano anche inaugurare la loro nuova sede a fine aprile, ma è arrivato lo stop da parte del Comune.

Attawasol, l’associazione dei musulmani montebellunesi che voleva trasferirsi dalla attuale sede di via Piave in uno spazio più capiente per poter svolgere le loro varie attività, si è fermata. Tutto è bloccato e sono in programma incontri per cercare di risolvere l’impasse. Il prossimo dovrebbe svolgersi tra qualche giorno, ma intanto hanno dovuto interrompere i lavori e rimanere in attesa che il Comune si decida ad autorizzare la trasformazione di quel capannone, che un tempo ospitava una falegnameria, in un centro culturale musulmano, dove si possano svolgere incontri, tenere corsi di lingua, ritrovarsi per la preghiera: insomma una struttura a metà strada tra centro culturale e luogo di preghiera, come è l’attuale sede di via Piave e come ce ne sono tanti in giro per l’Italia.

«Prima di cominciare eravamo andati a informarci all’ufficio Urbanistica del Comune e ci era stato detto che non c’erano problemi», raccontano ad Attawasol, «avevamo quindi acquistato il capannone e avevamo iniziato a sistemarlo, ma poi ci hanno imposto lo stop dei lavori e quindi non abbiamo l’abitabilità per poter svolgere le nostre attività.

Avevamo fatto questo passo, perché la sala di via Piave è ormai troppo piccola e avevamo bisogno di uno spazio più grande per le nostre attività, per i nostri giovani, ma abbiamo dovuto fermare tutto. Speriamo che nel prossimo incontro che avremo in Comune possa sbloccarsi la pratica».

È attiva da tantissimi anni a Montebelluna l’associazione Attawasol: collabora soprattutto con l’istituto cComprensivo 2 di Biadene per i corsi di lingua, nel 2020 ha donato duemila euro al Comune di Montebelluna per aiutare le persone in difficoltà quando si era verificata l’emergenza Covid. Era stata anche presente a varie iniziative e manifestazioni organizzate dal Comune, perché è un’associazione che da parecchi anni opera nel tessuto sociale cittadino.

Solo una volta, nel 2015, era stata oggetto di un gesto dal sapore razzista: davanti alla sede di via Piave era stata lasciata una testa di maiale, ma era stato l’unico gesto di intolleranza che si era registrato nei tanti anni di attività dell’associazione.

«Con il vicinato della nostra futura sede siamo in ottimi rapporti», aggiungono, «siamo andati a trovarli tutti, avevamo portato loro dei doni e intendevamo invitarli tutti al pranzo il giorno dell’inaugurazione, però a questo punto non siamo in grado di sapere quando potrà esserci questa inaugurazione».

L’amministrazione comunale al momento prende tempo, ma promette una soluzione: «Si tratta di una situazione complessa sotto il profilo urbanistico che assieme all’Ufficio tecnico, stiamo dipanando, anche con incontri e confronti con gli interessati», precisa il sindaco Adalberto Bordin.

«Proprio per tutelare i soggetti coinvolti nella questione, e in particolare l’associazione Attawasol, al momento è preferibile mantenere il riserbo sull’evoluzione della situazione».

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