Maserada, colpo da 50.000 euro al bancomat con la tecnica “aspira-soldi”
Applicato un foro nello sportello, un commando di banditi ha aperto lo “scrigno” con un apparato elettronico
Marco Filippi
Colpo grosso al bancomat di un istituto di credito della Marca. Nei giorni scorsi, un commando di banditi è riuscito a svuotare l’erogatore automatico di contanti per una cifra di poco superiore ai 50.000 euro. Stavolta, però, non hanno fatto saltare in aria il bancomat con l’esplosivo, ma hanno usato una tecnica del tutto nuova e diversa da quelle classiche che hanno costellato il primo ventennio del Terzo Millennio.
Nei primi anni Duemila, infatti, gli assalti ai bancomat si facevano con le bombole di acetilene ma il rischio era sempre quello di sbagliare il dosaggio del gas e non di rado capitava che il colpo fallisse a causa dei gravi danni che l’esplosione causava alla struttura.
Poi, nel secondo decennio, l’acetilene è stata soppiantata dalla “marmotta”, un contenitore metallico a forma di parallelepipedo, pieno di polvere pirica compressa, che dopo essere stato posizionato nella fessura da dove esce il denaro e collegato ad un detonatore, viene fatto esplodere. Una tecnica più innovativa perché, a differenza dell’acetilene, i danni erano più contenuti e, in genere, si limitvaano al bancomat preso di mira.

Ma si sa, col tempo le tecniche si affinano e quello che è avvenuto qualche giorno fa a Maserada è ancora più innovativo. Se ne sono accorti gli impiegati e i responsabili della filiale dell’Unicredit di viale Caccianiga all’indomani, quando hanno aperto la filiale. Il bancomat nella notte era stato letteralmente svuotato. Decine di migliaia di euro che sono state portate via dopo aver applicato una fessura sullo sportello bancomat con il flessibile e collegato un congegno elettronico esterno che ha permesso di aprire lo “scrigno” pieno di banconote.
Il commando è entrato in azione nel cuore della notte senza farsi nemmeno sentire dagli inquilini che vivono negli appartamenti sopra l’istituto di credito di viale Caccianiga.
Un blitz fulmineo durato una manciata di minuti. Il commando, composto da un gruppo di almeno tre uomini con il volto coperto da un passamontagna, ha agito con molta rapidità. Dopo aver messo fuori uso le telecamere, spostando gli obbiettivi degli occhi elettronici con l’uso di un’asta di legno, hanno messo in pratica la nuova tecnica che, a differenza di un tempo, non prevede l’uso di esplosivo.
Una volta messo il bottino in un sacco, il commando è risalito su un’auto, con ogni probabilità una Bmw scura, rubata, e se n’è andato senza lasciare traccia. È stato all’indomani il direttore della filiale a lanciare l’allarme ai carabinieri.

Gli investigatori si sono subito messi all’opera per dare un volto e un nome al terzetto di ladri. Come? Con le tecniche più classiche. Sono state comunque acquisite le immagini del sistema di videosorveglianza della banca che hanno permesso di collocare il colpo attorno alle 3.30 della notte. Poi, hanno chiesto anche di visionare quelle pubbliche del Comune.
Incrociando l’orario del colpo con il passaggio di auto, ridotto al minimo, visto l’orario, si è potuto individuare il tipo di auto usata dai ladri e immortalata durante la fuga dal sistema di videosorveglianza pubblico, che sta diventando sempre più utile, soprattutto a livello investigativo.
Non è escluso, che quella di Maserada non sia la prima banca della Marca dove sia stata sperimentata la nuova tecnica. Un caso simile è successo qualche settimana fa in un istituto di credito sul Terraglio a Mogliano.
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