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Scuola, a Treviso mille professori hanno chiesto di cambiare sede

Metà dei docenti sono delle superiori: c’è chi si sposta di provincia, chi torna al Sud. Godono della deroga al blocco di tre anni

Mattia Toffoletto
1 minuto di lettura

A Treviso e provincia mille docenti hanno chiesto di cambiare sede

 

L’ondata dei trasferimenti dei docenti si abbatte anche sulla scuola trevigiana: un migliaio per il prossimo anno scolastico, la metà alle superiori.

E proprio alle secondarie di secondo grado quest’anno c’è stata una spinta in più: la deroga, rispetto al vincolo triennale, concessa dal ministero dell’Istruzione ai neoassunti vincitori del concorso straordinario 2022. Le destinazioni? Una sessantina di insegnanti, considerando i vari gradi scolastici, ha ottenuto la possibilità di traslocare in province del Centro e Sud Italia, tornando così alle città d’origine: da Enna a Caltanissetta, da Roma a Napoli, da Perugia a Cosenza, da Firenze a Palermo.

La migrazione al contrario cui si assiste ogni anno. La possibilità di riavvicinarsi a casa è richiamo irresistibile, specie se le voci di corridoio suggeriscono che la deroga fra 12 mesi non dovrebbe più esserci.

Il risultato è che alle superiori si sono registrati più movimenti del passato, con buona pace degli alunni (e dei presidi, per quanto riguarda il livello organizzativo) che vedono venir meno la continuità didattica.

Tanti di questi mille trasferimenti risultano però intercomunali, provinciali, regionali. E c’è pure chi ha fatto domanda, possedendo i requisiti, per salire di grado: dalle medie alle superiori, per esempio. Ma facciamo un po’ d’ordine.

L’Ufficio scolastico provinciale, guidato da Barbara Sardella, ha appena pubblicato gli elenchi dei docenti trasferiti, suddivisi fra infanzia, elementari, medie e superiori: risultano oltre un migliaio.

La fetta più ampia riguarda appunto le scuole superiori, con circa 400 riassegnazioni accordate.

Si tratta di docenti di ruolo, più precisamente vincitori del concorso straordinario 2022, legato a superiori e medie. Ottenuto il contratto a tempo indeterminato, la norma imporrebbe al docente un vincolo triennale, ossia la permanenza per tre anni nella sede assegnata.

Ma appunto la deroga concessa dal ministero dell’Istruzione, che ha tenuto conto dei ritardi nell’effettuazione dei concorsi (con posti di ruolo assegnati ad anno scolastico inoltrato e annesse polemiche), fa decadere questo vincolo. Così chi voleva riavvicinarsi alla famiglia, specie se lontano dalle radici qualche centinaio di chilometri, ha colto la palla al balzo.

Entrando più nel dettaglio, sono circa 300 i docenti trasferiti alle primarie e 250 alle medie. Dei 400 professori che hanno cambiato cattedra alle superiori, una trentina ha chiesto di traslocare in province centromeridionali.

«La casistica è varia», precisa Marco Moretti, segretario Cgil Scuola Treviso, «ci sono pure tanti movimenti comunali e provinciali. Sappiamo che qualche docente, avendone le possibilità e magari per stanchezza, ha fatto anche domanda per cambiare grado, passando dalle medie alle superiori».

E a chi obietta il venir meno della continuità didattica, i sindacati ricordano i consueti duemila posti riempiti ogni anno nella Marca trevigiana dai supplenti.

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