«Falda inquinata dall’erbicida». L’allarme da Zero Branco alla Commissione Ue
L’avvocato Innocenzo D’Angelo ha scoperto la contaminazione nel proprio pozzo. «L’acqua non è potabile e qui non c’è l’acquedotto. Serve una soluzione»
Matteo Marcon
La fontana di un pozzo artesiano in campagna
Un nuovo allarme ambientale per l’hinterland: dopo il silenzio delle autorità regionali ora scatta la segnalazione alla Commissione europea. Ancora una volta l’osservata speciale è la falda acquifera, quel bacino naturale da cui molte famiglie, non ancora allacciate all’acquedotto, attingono per usi alimentari.
Dopo l’emergenza mercurio emersa nel 2011 e non ancora rientrata, che interessa in particolare il territorio nel comune di Preganziol, nei mesi scorsi è stato sollevato un nuovo caso. Ci si sposta a Zero Branco.
Qui le analisi di un pozzo privato hanno rilevato la presenza di un inquinante: il Metolachlor Esa, una sostanza che deriva da un erbicida utilizzato in agricoltura da molti anni per il diserbo dei campi coltivati a mais o soia.
A lanciare l’allarme, ai primi di gennaio, era stato l’avvocato Innocenzo D’Angelo. Lunedì scorso il legale trevigiano, che è anche coordinatore dei circoli Pd dell’Alto Sile e risiede a Zero Branco, ha inviato una richiesta di intervento e monitoraggio, che rappresenta un sollecito nei confronti della Regione e al contempo anche una richiesta di intervento alla Comunità Europea.
Le autorità locali erano già state destinatarie di una segnalazione il 6 gennaio scorso: «Da quella data» sottolinea D’Angelo mettendo tra i destinatari oltre all’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin e la prefettura di Treviso, anche la commissaria europea Stella Kyriakides «la presenza di inquinanti continua a mantenersi sopra la soglia di potabilità rendendo l’acqua di molti pozzi privati inutilizzabile per l’uso domestico. La situazione, come già detto è aggravata dal fatto che a Zero Branco non vi è il servizio di acquedotto e vi è quindi la necessità di interventi rapidi atti a garantire a tutta la cittadinanza l’accesso all’acqua potabile, bene indispensabile per la vita umana».
D’Angelo torna a chiedere alle autorità «di provvedere in tempi brevi ad una completa mappatura dei pozzi del comune di Zero Branco per individuare le aree e le profondità in cui è diffusa la sostanza inquinante; di individuare le cause dell’inquinamento e provvedere all’eliminazione delle fonti inquinanti; di valutare la pericolosità derivata dal consumo di acqua inquinata da Metolachlor Esa, anche a mezzo di screening dei soggetti coinvolti».
Dalle analisi svolte, su richiesta del comune di Zero Branco, il 17 gennaio, proprio nell’abitazione di D’Angelo, è emersa una concentrazione del metabolita di 0, 21 micro grammi per litro, superiore al limite previsto dalla direttiva europea (0,1 grammi per litro). D’Angelo, a distanza di cinque mesi dalla sua prima segnalazione, lamenta la scarsa attenzione data alla questione: «Non è accettabile che un tema come quello della presenza di un erbicida nelle falde che forniscono acqua potabile ai cittadini non venga immediatamente affrontato verificandone l’entità, trovando le soluzioni» conclude.
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