Discorso autonomista per il 2 giugno. Critiche in piazza e opposizioni in rivolta contro il sindaco Miatto
Il primo cittadino di Vittorio Veneto: «Italia in declino, servono più poteri alle regioni». Della Giustina e Balliana all’attacco
Francesco Dal Mas
Il sindaco Antonio Miatto al centro della delegazione istituzionale che ha guidato le celebrazioni del 2 giugno a Vittorio Veneto
Contestato in piazza del Popolo il sindaco di Vittorio Veneto, Antonio Miatto, durante il discorso per la festa della Repubblica. «Basta discorsi politici. Basta strumentalizzazioni, Questa è la festa della Repubblica» ha gridato Ivano Della Giustina, a voce alta, mentre a bordo piazza reggeva il vessillo di un’associazione d’Arma.
Il sindaco aveva appena detto: «I veneti pretendono solo la parità di trattamento con le altre componenti del Paese senza più soggiacere a scelte che li vedono succubi passivi di veri e propri soprusi nell’usarli per sopperire agli sprechi, alle diseconomie, alle enormi differenze di trattamento tra regioni autonome e ordinarie».
Un inno, quello di Miatto, all’autonomia differenziata. Anzi, un monito alle forze politiche ad accelerare i tempi dell’approvazione parlamentare. Insieme al sindaco, altri suoi colleghi, il presidente del consiglio comunale Paolo Santantonio, la vicepresidente della Provincia Martina Bertelle, tutti i consiglieri dell’opposizione, in testa l’ex sindaco Roberto Tonon, per la Lega il consigliere regionale Giampietro Possamai e l’ex sindaco Giancarlo Scottà, gli esponenti delle associazioni d’arma e combattentistiche. Miatto, alla contestazione ha tirato dritto, senza farci caso. Della Giustina, dopo aver ascoltato la conclusione del sindaco, ha lasciato la postazione ed è corso da Miatto per dirgli che «nella festa della Repubblica non si può essere cos’ disfattisti».
«Correggere le storture e rilanciare l’intero Paese – aveva appena affermato Miatto – è ormai un imperativo visto l’andamento di tutti i parametri ed indicatori che descrivono l’Italia; siamo un Paese in sempre più veloce declino tanto che, diciamocelo, senza cambi di rotta siamo destinati all’inevitabile fallimento, con un debito pubblico da tempo sfuggito di mano, stipendi più bassi d’Europa, servizi stentati a fronte di imposizioni fiscali abnormi, fuga all’estero di parte dei nostri giovani e rimpiazzo con persone disperate spesso non nelle condizioni di poter pretendere sostenuti trattamenti economici».
«Non è vero che siamo così malmessi» è andato a dirgli Della Giustina. «Ognuno è libero di pensarla a suo modo» gli ha risposto Miatto. Della Giustina si definisce “un cittadino qualsiasi”, non è impegnato politicamente. Ma la riflessione di Miatto, apprezzata dai suoi («Ha detto solo la verità» è stato il commento dell’assessore Bruno Fasan, che ha assistito alla cerimonia non fra le autorità ma tra la gente), è stata contestata dalle forze politiche di opposizione. «Ancora una volta il sindaco Miatto, celebrando la festa della Repubblica, invoca il Veneto autonomo. Quasi ci mancava che invocasse l’indipendenza – chiosa Mirella Balliana, consigliere comunale di Rinascita civica -.Per dare risposte ai problemi economici delle famiglie, al caro affitti, all' aumento esponenziale degli interessi sui mutui sicuramente non serve l' autonomia del Veneto, serve una rappresentanza politica che abbia la capacità di elaborare risposte concrete a problemi reali, serve una rappresentanza che sappia farsi ascoltare a Venezia come a Roma».
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