La svolta digitale negli ospedali trevigiani. «Così riduciamo i rischi e le attese»
Intelligenza artificiale per screening e sorveglianza pazienti. Benazzi: «La tecnologia ci aiuta ad accelerare le risposte»
Valentina Calzavara
Ancelia è l’occhio digitale che verrà implementato all’ospedale di comunità del Ca’ Foncello per osservare i pazienti allettati, diramando degli alert in caso di necessità al personale sanitario. Victoria è il manichino che allena le ostetriche trevigiane simulando il parto. Zeeromed è l’applicativo capace di leggere 22 mila mammografie di screening l’anno, individuando (sulla base di 1,3 milioni di indagini immagazzinate dal suo cervellone) le micro-calcificazioni tumorali che potrebbero sfuggire a un primo sguardo dei tecnici.
I due lati della medaglia
Sono solo alcune delle soluzioni di intelligenza artificiale adottate dall’Ulss 2, che da una parte si trova a investire nell’evoluzione digitale, e dall’altra continua a fare i conti con la difficoltà a smaltire le prestazioni, abbattere le liste d’attesa, nonché con la penuria di camici bianchi che coinvolge sia la medicina ospedaliera che quella primaria sul territorio.
«Proprio in questo quadro generale del post-pandemia, contraddistinto dalla difficoltà a reperire medici, dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle patologie croniche legate all’età, l’intelligenza artificiale si inserisce per darci una mano, favorendo, laddove possibile, i processi e accelerando le risposte ai bisogni dei nostri pazienti» rileva il direttore generale dell’Ulss di Marca, Francesco Benazzi, intervenuto a tracciare il futuro della sanità trevigiana al “Festival artificial intelligence in agorà” in corso a Villorba.
Esempi di telemedicina
Per sgravare le corsie ospedaliere, per esempio, si punta molto sulla telemedicina: dal controllo domestico del diabete, fatto attraverso un misurature grande come un bottone che viene applicato a contatto con la cute e regola l’emissione di insulina in base alla glicemia, al teleconsulto dermatologico nei casi di macchie e nei sospetti. Questo tipo di supporto va anche in soccorso alla carenza di psichiatri.
«Nel nostro territorio abbiamo 32 mila utenti con un disagio mentale e un team di psichiatri che dovrebbe essere di 50 professionisti ma in realtà sono 32 perché non riusciamo a trovarli. Ecco allora che il teleconsulto, unito all’attività dei caregiver e del volontariato, consente di dare risposta e nei due anni del Covid non abbiamo avuto un solo suicidio tra questi assistiti».
Predire lo scompenso
Per quei cittadini in attesa di intervento programmato al cuore, l’unità di riabilitazione insieme con la cardiochirurgia ha elaborato un sistema per calcolare il rischio di scompenso cardiaco tramite un pungi-dito che misura il livello di acido lattico nel sangue dopo una serie di esercizi che il fisioterapista prescrive al paziente nelle settimane che precedono l’operazione. I dati, comunicati al reparto tramite smartphone, consentono di individuare eventuali anomalie e dare il via agli approfondimenti del caso.
Contro l’ictus
Anche per l’ictus notevoli passi avanti sono stati fatti, grazie a un software che raccoglie un volume significativo di big-data in materia il computer riesce a valutare mediante risonanza l’attività elettrica e vascolare del cervello, rilevando in 30 secondi se è in corso l’ictus.
Parametri e terapia
Non da ultimo, il laboratorio di analisi dell’Ulss di Marca ha analizzato tramite intelligenza artificiale i risultati di 15 mila esami delle urine e messo a punto un algoritmo che permette di elaborare la migliore terapia di farmaci e antibiotici in base a precisi cut-off, dove i valori presenti nelle colture vengono comparati con età, sesso e storia clinica, così da proporre una cura personalizzata.
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