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Fisco, a Treviso raffica di avvisi alle aziende: «Ma ci sono cartelle pazze»

L’Agenzia delle Entrate sta chiedendo sanzioni e interessi per versamenti tardivi. Cna protesta: «In tanti casi si tratta di errori generati dal sistema automatico»

Valentina Calzavara
1 minuto di lettura
Mattia Panazzolo, direttore di Cna territoriale di Treviso 

Ditte artigiane della Marca attanagliate dalla burocrazia. «Stanno venendo sommerse da avvisi automatizzati da parte dell’Agenzia Entrate, la maggior parte dei quali, ad una verifica, risultano poi non corretti. Un aggravio di lavoro per noi e costi aggiuntivi per i contribuenti». A denunciare questa situazione i centri servizi della Cna della provincia di Treviso raccogliendo la protesta delle parti in causa.

L’ANALISI DELLA CNA

In questi giorni, i contribuenti che avevano i requisiti (vale a dire avere nel primo semestre 2020 un fatturato inferiore del 33% rispetto al primo semestre 2019) per poter beneficiare della proroga dei versamenti degli acconti d’imposta per l’anno 2020 (segnato dal Covid) da novembre 2020 al 30 aprile 2021 stanno ricevendo a pioggia avvisi da controllo automatizzato per la pretesa di sanzioni e interessi sui versamenti “tardivi”.

Una stortura, segnala la Cna, perché non ci fu nessun versamento tardivo, ad esempio dell’acconto Irap, dato che il legislatore aveva concesso una proroga. Ma tale passaggio non sarebbe stato recepito anche dal sistema dei controlli automatizzati dell’Agenzia delle Entrate, pertanto ecco la raffica di avvisi che stanno arrivando ai contribuenti, o ai consulenti fiscali.

LE SEGNALAZIONI

«Nella dichiarazione dei redditi le proroghe erano state inserite in un determinato rigo e ci aspettavamo che fosse sufficiente invece a quando pare no» spiegano i fiscalisti della Cna. Anch’essi si trovano tra l’incudine e il martello: da una parte il cliente che pensa che a sbagliare sia stato lui e dall’altra, il canale telematico Civis dell’Agenzia delle Entrate istituito proprio per richiedere la verifica degli avvisi e le cartelle esattoriali.

Come se non bastasse, gli avvisi di irregolarità “impazziti” stanno arrivando anche ai contribuenti che hanno correttamente compilato in dichiarazione il quadro sugli aiuti di stato, ampliando la platea dei contribuenti vessati e dei fiscalisti arrabbiati.

IL COMMENTO

«Se il sistema-Paese vuole fare un salto di qualità, la nostra burocrazia deve evolvere» conclude Mattia Panazzolo, direttore di Cna territoriale di Treviso, «c’è la necessità di un salto culturale all’insegna della fiducia, della collaborazione, della trasparenza tra contribuente e fisco; e c’è la necessità che al cittadino non vengano chiesti dati già in possesso alla pubblica amministrazione, come pertanto già stabilisce una legge dello Stato italiano. Serve lavorare per rendere interoperabili le banche dati in possesso dei vari enti pubblici e creare procedure di dialogo tra i medesimi enti».

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