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Ivan Glasenberg, un Paperone alla Pinarello. Si annuncia un’offerta al fondo per il brand

Blitz del miliardario svizzero in azienda: ha acquistato una Bolide, ma è pronto a contattare gli advisor di L-Catterton

A.P.
2 minuti di lettura

Fausto Pinarello (a sinistra) e il miliardario sudafricano Ivan Glasenberg

 

È atterrato all’aeroporto Canova, martedì, e si è diretto in viale della Repubblica. Ufficialmente per acquistare una Bolide, la bici di Ganna che è la più veloce del mondo dopo il nuovo record dell’ora: da appassionato di triathlon qual è, di pedivelle e cambi se ne intende.

Ma quando sei un miliardario – perché tale è Ivan Glasenberg, il cliente non proprio qualsiasi di cui parliamo – e l’azienda che visiti è stata messa in vendita dal fondo che la possiede, L-Catterton, costola del colosso del lusso Lvmh, allora la visita supera i confini della semplice transazione commerciale, per quanto non comune né a prezzi popolari (la Bolide costa non meno di 25 mila euro).

Per dire chi è Glasenberg, la recente classifica di Forbes dei Paperoni del mondo lo vedeva occupare la posizione immediatamente precedente a quella di Silvio Berlusconi. Cittadino sudafricano ed australiano, già al timone di una grande compagnia mineraria, Glasenberg è uno dei miliardari più in vista, e nessuno suo movimento passa inosservato.

Ha 66 anni, ama lo sport e il triathlon, è grande appassionato di ciclismo (sarà andato a vedere anche il Giro che passa in questi giorni in Veneto e nella Marca trevigiana, con la maglia rosa sulle spalle di Geraint Thomas, portacolori Ineos?) e certo il brand Pinarello, nella bike economy mondiale, è più di un riferimento.

Certo, avrà colto l’occasione per vedere da vicino l’azienda trevigiana, che ha scritto e sta scrivendo la storia del ciclismo, a colpi di maglie gialle al Tour e rosa al Giro, titoli, record e successi iridati? Ma i bene informati assicurano che potrebbe presentare a breve un’offerta all’advisor Hilihay Locky, cui il fondo ha affidato il compito di trovare un acquirente.

«No comment», è quanto dicono a Fontane di Villorba, quartier generale dell’azienda.

La Pinarello è controllata (all’80 %, le altre quote sono di Fausto Pinarello) dal private equity che annovera tra i maggiori finanziatori il colosso del lusso Lvmh e che ora vuole cederla.

«Siamo uno dei marchi di punta di un settore che va forte», dice sempre l’erede di Nani, tuttora presidente e brand guardian. E sin qui non erano mancate manifestazioni di interesse, o voci su possibili colossi interessati, da fondi stranieri (fra cui il belga Rivean) o di multinazionali controllate da operatori finanziari, vedi il colosso Accell (titolare dei marchi Atala e Carraro Cicli), di proprietà del fondo americano Kkr.

Ad attirare anche i numeri del brand, guidato ora dall’amministratore delegato Antonio Dus, che ha puntato molto sul segmento di lusso (le “Bolide” e le “Dogma”, queste ultime ritenute le Ferrari delle due ruote) e sul Gravel.

Il giro d’affari è raddoppiato in sette anni, il bilancio al 30 giugno 2022 vedeva un fatturato di 84 milioni (+24%) e un margine operativo lordo lievitato del 30% rispetto all’anno precedente.

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