Il negozio Slash chiude a Treviso dopo 16 anni
Nel 2007 lo sbarco al Quartiere Latino, poi dal 2013 lo store in via Filodrammatici. Alla notizia dell’addio, numerose lettere dai clienti: «Era un rifugio per tanti di noi»
lorenza raffaello
Un pois nero su una bandiera bianca che sventola in fondo a via Filodrammatici, a Treviso. Per chi si intende di cose belle quello è un simbolo inequivocabile: Slash, il negozio che dal 2007 ha portato a Treviso un nuovo modo di intendere l’abbigliamento e con esso un nuovo modo di essere. La bandiera di Slash a giorni smetterà di sventolare perché, dopo 16 anni, chiuderà i battenti, definitivamente. Una pandemia, i gusti delle persone che cambiano e i capricci della sorte hanno avuta la meglio.
La storia
Slash nasce dalla volontà di Marisa Pasqualini di portare nel cuore di Treviso un gusto internazionale lontano da quello proposto dalla moda del momento. La ricerca è sempre stata la sua cifra stilistica, la sua ossessione. Meglio.
Da Conegliano, dove ha cominciato la sua avventura, arriva a Treviso, nella prestigiosa sede del Quartiere Latino. Ogni settimana una vetrina diversa, dove per vetrina non si intende solo un abito appeso, ma un universo ricreato fatto da commistioni di materiali e accessori che incorniciano l’outfit che Marisa propone alle sue clienti.
Slash diventa un laboratorio creativo, un concept store dinamico e contemporaneo dalle molteplici sfaccettature dove è possibile trovare abiti, completi, calzature, borse ed accessori tutti dallo stile inconfondibile.
Le clienti diventano amiche: donne di ogni età, viaggiatrici, lavoratrici instancabili o viveur, comunque e sempre accomunate dalla spasmodica ricerca del bello, dell’eleganza e di quell’essere senza dover per forza apparire. Agli abiti si aggiungono le sneakers ad edizione limitata, un’intuizione che darà ragione a Marisa, consacrandola punto di riferimento in città per chi cerca qualcosa di unico.
Nel 2013 il cambio di sede dal quartiere latino a vicolo Filodrammatici e una nuova sede a Venezia. A fianco a lei, sua sorella Patrizia, in due per diffondere un ideale di bellezza da cui è difficile prescindere. Fino ad ora.
I messaggi
Alla notizia della chiusura la pagina Facebook del negozio è stata sommersa da commenti dei clienti dispiaciuti. «Da Slash ho appreso non un gusto, non uno stile. Non ho abbracciato una corrente di design. Li ho cercato di raggiungere una predisposizione. Un esercizio molto delicato, quasi impercettibile. Quando alcune persone mi chiedono dove ho imparato tutto quello che ho imparato, non mi dimentico mai di menzionare Slash, sinonimo di ricerca e di avanguardia. Li ho scoperto il lavoro dei designers più talentuosi dei miei tempi» scrive Matteo.
«Slash era un rifugio per le anime un po’ perse un po’ stralunate un po’ strampalate. Una perla rara e unica in questa città morente di novità e di società votata al denaro facile e a tutti i costi» aggiunge un’altra cliente.
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