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Dopo la rapina Foot Locker a Treviso ingaggia una guardia privata

Il punto vendita di scarpe sportive in Corso del Popolo corre ai ripari. Tensione in tutta l’area, i negozianti: «Degrado in aumento, servono più controlli»

Mattia Toffoletto
2 minuti di lettura

La guardia giurata entrata in servizio al negozio Foot Locker e, a destra, agenti della polizia subito dopo la rapina

 

A 24 ore dalla rapina con violenta aggressione ai due commessi, al Foot Locker di Corso del Popolo prende servizio (non armato) una guardia giurata. Dalla catena internazionale di scarpe e abbigliamento sportivo, la risposta è stata immediata, parallelamente alla riapertura martedì mattina del negozio a due passi da piazza Borsa.

Nel quadrante cittadino, fra esercenti e commessi, regna ancora lo sconcerto per quanto successo lunedì in pieno giorno, attorno alle 10.45: due diciottenni, un senegalese e un marocchino, erano stati arrestati in pochi minuti dalla Polizia, dopo aver aggredito a calci i due commessi del Foot Locker (per entrambi poco meno di una decina di giorni di prognosi) e rubato due paia di pantaloncini. Un furto degenerato in rapina, quando il responsabile del negozio aveva colto in flagrante i due ladri. All’indomani della rapina, dagli esercenti della zona si fa largo anzitutto una richiesta: «Più pattuglie e più controlli delle forze dell’ordine. Non solo il fine settimana, tutti i giorni».

Ma serpeggia anche la preoccupazione, come emerge dal grido d’allarme di Giovanni Tasca, dell’Ortofrutta Tasca in via Diaz: «La paura è che un giorno possa capitare anche a me. Che possano aggredirmi per una mela, come hanno fatto al Foot Locker per rubare un paio di pantaloncini. Perché se becchi un ladro ti viene voglia di fermarlo, ma poi non sai chi hai davanti. Sì, c’è preoccupazione. La zona si sta degradando, c’è meno movimento di gente: i negozi sfitti sono un problema».

Lucio Callegaro, del ristorante Zeus in via Avogari, riflette: «Sono episodi che fanno pensare. Forse è il caso di intervenire in modo forte: più pattuglie e controlli. Ma viene anche da chiedersi perché due ragazzi di 18 anni rubino e aggrediscano due commessi. Non hanno paura di nulla, non hanno rispetto del prossimo: dove sono le famiglie? Si sentono forti nel branco, picchiando i commessi?».

Walter Michieletto, del bar Wood in via dei Lombardi, non ritiene opportuna la vigilanza privata: «Per i controlli c’è già la Polizia. Il quadrante? La zona è sicura. Ma c’è da interrogarsi sul perché accadano fatti così gravi, se stiamo lasciando andare qualcosa. Penso anzitutto all’età dei due aggressori: mi domando se qualcosa non stia funzionando a livello scolastico o genitoriale. Fino a poco tempo fa, certi episodi li associavi alle grandi città. E mai a Treviso».

Andrea Baldan, del negozio Giovani Calzature in viale Cadorna, fa subito un appello: «Servono più controlli delle forze dell’ordine. E non solo il fine settimana, per il timore dei disordini delle baby gang. Ci vogliono più pattuglie tutti i giorni. No, non ho mai pensato di prendere una guardia giurata. Bastano le forze dell’ordine. Di certo con il mio negozio sono qui da 30 anni: la società è cambiata, la città è cambiata. Ma mi sento ancora sicuro».

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