In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

Cinquanta migranti arrivati a Treviso e altri 15 attesi a ore. Ma mancano spazi

La Prefettura ha concesso più posti alle strutture esistenti. «Un vertice per organizzare la distribuzione degli arrivi»

Federico de Wolanski
2 minuti di lettura

Un trasferimento di migranti in autobus (foto archivio) 

 

Una cinquantina di migranti arrivati nella Marca nei giorni scorsi, una quindicina previsti in arrivo in queste ore. Sono gli ultimi numeri della redistribuzione sul territorio italiano delle migliaia di profughi sbarcati sulle coste del sud. Una redistribuzione che si scontra con l’assenza di posti per l’accoglienza tanto da aver indotto la prefettura – intanto – ad alzare di un 50% la capienza delle poche strutture esistenti.

Pochi posti

La decisione è stata presa dagli uffici del ministero dopo la riunione con i gestori dei centri, e dopo l’avvio di due nuovi bandi per l’accoglienza di almeno 400 migranti e terminati con offerte da poco o nulla (una ventina di posti, ancora da vagliare). Operare in emergenza è stata l’unica via possibile per rispondere alle esigenze di trasferimento delle migliaia di stranieri che hanno affollato (e affollano) gli hot spot del sud Italia. Ma potrebbe già oggi non bastare più.

I nuovi arrivi

I numeri degli ultimi giorni dimostrano come il flusso di profughi per alleggerire i centri di prima accoglienza sia continuo e l’approssimarsi ormai della bella stagione non lascia immaginare certo che finisca, anzi. Di qui la necessità di attivare altre strutture per non tornare a gravare ancora – come tra 2015 e 2017 – sui due centri di prima accoglienza ministeriali (l’ex caserma Zanusso di Oderzo, e l’ex caserma Serena tra Treviso e Casier, quella che la Lega annunciò più volte di voler chiudere) già oggi arrivati a toccare il limite di presenze stabilito dall’Ulss: circa 230 migranti la prima, 460 la seconda. Certo, in condizioni emergenziali “i tetti” saltano, ma l’intenzione non è quella di arrivare a tanto. «Nei prossimi giorni è previsto un vertice tra prefetti a Venezia» sottolinea il vicario del prefetto di Treviso Antonello Roccoberton, «lì si deciderà come organizzare la rete di accoglienza in Veneto».

All’orizzonte vi è anche la possibilità di aprire un nuovo centro di accoglienza statale, ma la decisione non dovrebbe riguardare il territorio trevigiano, più facile ricada altrove come nel padovano o veneziano dove ad oggi la disponibilità di spazi è pari a un quarto delle necessità. «Nel trevigiano oggi stiamo gestendo gli arrivi grazie ai nuovi spazi e a quelli che si sono liberati» spiega Roccoberton facendo riferimento sia agli aumenti disposti nelle scorse settimane, sia al movimento degli stranieri dalle strutture esistenti, «per i prossimi tempi sarà da vedere».

Le necessità

Gli ultimi due bandi pubblicati dalla prefettura speravano di ottenere alcune decine di spazi in strutture “fino a 50 posti” e in strutture “fino a 10 posti”. Come detto hanno racimolato una ventina di posti in tutto, pochissimi. Un tempo c’era l’ “accoglienza diffusa”, ma dopo il decreto Salvini è saltata, privando la rete di numeri che a quanto pare si sono dimostrati fondamentali in un territorio che continua ad alzare barricate indicando così come unica soluzione l’ammassamento nei centri principali, o l’apertura di quei nuovi hub sempre contestati.

I numeri

Da gennaio al 30 aprile sono sbarcati in Italia oltre 42 mila migranti, quattro volte quelli che erano arrivati nel 2022, quasi cinque volte quelli del 2021.

Guardando solo al mese di aprile l’ “ondata” è ancor più evidente: 14.384 arrivi contro i 3.929 del 2022 (tantissimi anche tenendo conto che ad agosto 2022, il periodo di picco, gli arrivi in Italia furono 16.822) e ancor più i 1.585 del 2021.

I commenti dei lettori