Proprietari in crisi e prezzi alle stelle: nella Marca boom di case all’asta
L’anno scorso in porto 1.423 vendite. Si impennano le esecuzioni sugli immobili residenziali: sono oltre sei su dieci
Fabio Poloni, Federico de Wolanski
Quasi quattro aste immobiliari al giorno. Nel 2022 si sono registrate 1.423 aste immobiliari in provincia di Treviso, praticamente tutte di tipo giudiziale. Termometro della crisi, della difficoltà di molte famiglie a far fronte alle rate del mutuo, ma anche – dal punto di vista del compratore – di una maggiore attenzione verso questa che rappresenta un’occasione di mercato per provare ad acquistare casa a prezzi ridotti.
È proprio il comparto residenziale a far registrare l’impennata maggiore. Nel primo trimestre 2023 sono state quasi 43 mila le aste immobiliari a livello nazionale, con un calo del 18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando, complice anche il periodo post-pandemia, si erano registrate 52.627 aste. Nonostante questo calo complessivo, i primi mesi del 2023 hanno segnato proprio un record di aste residenziali, che hanno rappresentato il 62% del totale, il 14% in più dello scorso anno, con un calo del prezzo medio di quasi il 25%.
In provincia di Treviso, come detto, sono state 1.423 le aste nel corso del 2022, un numero che colloca la Marca sul podio regionale per numero di esecuzioni immobiliari in rapporto alla popolazione. In questa classifica è prima Rovigo con un indice pari a 540 (risultato della divisione fra quasi 229 mila abitanti e 424 immobili finiti all’asta), al secondo posto c’è Vicenza (indice 607, con 1.404 esecuzioni per circa 852 mila abitanti), al terzo Treviso (indice 617).
«Nel 2022 il mercato trevigiano delle aste è tornato a crescere, con la grande novità che si è nettamente spostato nel web. Si torna ai numeri pre pandemia e si impongono le aste online, capaci di attrarre fasce di clientela più giovani»: lo sottolinea Aste33, casa d’aste trevigiana attiva dal 2016, che ha tracciato un bilancio per il 2022 chiuso con la vendita di 425 unità immobiliari per un importo totale di 51,7 milioni di euro, oltre che di numerosi beni mobili, dagli autoveicoli alle attrezzature e macchinari da lavoro fino a beni di lusso e antiquariato provenienti da collezioni private.
«Nell’ultimo anno – spiegano Andrea Massarotto e Gianluca De Stefani, fondatori di Aste33 – per quanto riguarda soprattutto la parte immobiliare siamo tornati ai numeri pre pandemia: a causa del Covid molte pratiche sono state rinviate o sospese, e quest’anno hanno ripeso quota. Rileviamo un interesse da parte di un pubblico nuovo, più giovane, che ha dimestichezza con le nuove tecnologie e coglie i vantaggi che le aste telematiche offrono. Si avvicina al mondo delle aste in genere incuriosito dai beni di lusso o da quelli più particolari e arriva a noi attraverso i canali online».
Nel periodo pre-Covid il tempo medio delle procedure era di quattro anni, ora è tornato a crescere intorno ai sei anni e l’aumento dei tassi di interesse può allungare ulteriormente questa tempistica per via delle difficoltà di avere disponibilità di credito. Tante procedure esecutive – quasi il dieci per cento nel 2022, secondo alcuni analisti del settore – vengono chiuse per antieconomicità, ovvero si posizionano al di sotto della soglia dei 20 mila euro che serve praticamente a pagare le spese legali.
Dai palazzi storici agli attici di lusso
Casa all’asta. Cosa vi viene in mente? Che arrivi da un fallimento, probabilmente. Beh, ora a Treviso e provincia cambia la prospettiva, con un approccio di tipo anglosassone: a essere battuti con offerte a rialzo sono anche immobili nuovi, di lusso, o palazzine storiche di pregio. Dagli attici di design a edifici simbolo del patrimonio architettonico e storico della Marca, come la Torre Mozza – o degli Ezzelini – ad Altivole e Ca’ Contarini a Oderzo. Due nomi non citati a caso: finiranno all’asta proprio tra poche settimane, a giugno. A lanciare questo nuovo approccio al mercato immobiliare è la trevigiana Aste33.
«Le case di lusso – spiega Andrea Massarotto, cofondatore di Aste33 e responsabile dell’area immobiliare – come già accade in molti paesi anglosassoni, sempre più saranno vendute attraverso asta telematica: questo perché si tratta di un sistema di vendita che consente di allargare molto il bacino dei potenziali clienti, che si sentono tutelati nell’acquisto e nella privacy. L’asta è uno strumento che può dare nuovo impulso al mercato immobiliare. La vendita telematica di immobili di lusso, inoltre, ha l’indiscusso vantaggio di consentire ai potenziali acquirenti di partecipare anche da remoto, senza obbligarli alla presenza fisica, benefit che si rivela fondamentale in un’epoca come la nostra che considera il tempo un bene sempre più prezioso».
«Tra i beni più interessanti che stiamo gestendo – spiega ancora Massarotto – ci sono due edifici storici molto particolari, simbolo di due epoche differenti e della grandezza del passato della Marca Trevigiana. La vendita all’asta rappresenta per questi due immobili un’opportunità per essere restaurati e tornare all’antica bellezza, continuando a testimoniare la storia della provincia».

La “Torre Mozza” di Altivole
Uno dei due edifici è la Torre Mozza di Altivole, un torrione in mattoni di circa una decina di metri posto lungo il decumano, l’antico asse stradale romano, che oggi corrisponde alle vie Piroleri, San Michele e Sant’Apollonia. Il primo documento iconografico che raffigura la torre è del 1711-17 (Catasto Asolano), tuttavia la tipologia della fortificazione consente di datarla intorno al XIII secolo. Ritenuto “di interesse architettonico particolarmente importante”, l’edificio è sottoposto a vincolo di tutela storico-artistico.
La base d’asta per la Torre Mozza è di 125 mila euro. Ca’ Contarini, invece, si trova a Oderzo, fa parte della cortina di edifici storici che definiscono via Umberto I e rappresenta una preziosa traccia del nobile passato della città: a giugno sarà possibile aggiudicarsi due dei quattro piani dell’edificio, che saranno battuti all’asta al prezzo di partenza di 530 mila euro. La struttura e le finiture sono tipicamente cinquecentesche, come pure le tracce di affresco sia all’interno che sulle facciate esterne. Il palazzo è uno dei soli tre edifici antichi del centro storico di Oderzo a svilupparsi su quattro piani. Entrambi i beni arrivano da liquidazioni volontarie: Aste33 si occupa di gestire le richieste di visione del bene e pubblicizzare i beni attraverso marketing mirato. La modalità di esecuzione per entrambi gli edifici sarà quella dell’asta competitiva semplificata, ovvero l’asta classica, che richiede la presenza fisica dei partecipanti alla gara.
Il nuovo
Tre appartamenti di lusso, nella centralissima piazza Drago a Jesolo, saranno tra i primi in Veneto a essere venduti con asta telematica grazie alla partnership proprio tra la casa d’aste trevigiana Aste33 e l’impresa pordenonese Tedesco Costruzioni Srl. Dopo aver venduto in modo tradizionale sei dei lussuosi appartamenti della “Up town”, avveniristico condominio costruito a 200 metri dal mare, ora la Tedesco scommette sull’asta telematica per gli ultimi tre. Nello specifico, si tratta di un appartamento al piano terra, uno al primo piano e un prestigioso attico, con una base d’asta per tutti al di sopra dei 500 mila euro. «Vogliamo essere pionieri, anticipando il futuro delle compravendite immobiliari di lusso – spiega Sergio Tedesco, titolare di Tedesco Costruzioni Srl – L’asta telematica, inoltre, offre massima garanzia e privacy a chi compra».
Nuovo bando Ater
L’agenzia per l’edilizia residenziale ha messo in gara l’affitto di 23 appartamenti in Provincia, 12 dei quali all’interno del territorio del capoluogo, a Santa Bona e uno a Santa Maria del Sile.
Il bando è stato pubblicato nei giorni scorsi e prevede affitti mensili dai 240 euro a salire, con spese condominiali che partono da 200 euro l’anno (senza utenze) ai 2500 euro l’anno comprese di gas e acqua.
Gli immobili vanno da un minimo di 46 metri quadrati (affitto da 240 euro al mese ma con 200 di spese condominiali mensili) a un massimo di 99 metri quadrati per 388 euro al mese di canone più 200 di spese. Tra i due estremi diverse soluzioni e ubicazioni.
Gli appartamenti a Treviso sono in vicolo Ca’ Zenobio, via Olanda, viale Nazioni unite, via Mantovani Orsetti e via Sabotino. Gli altri in via del Cotone a Mogliano (uno); via Pralongo a Monastier (due); via Madre Teresa di Calcutta a Oderzo (altri due); via delle Pedane a Resana (uno); via Indipendenza a San Biagio di Callata (due); e tre in via Livatino a Spresiano.

Per accedere l’agenzia per l’edilizia territoriale di Treviso chiede in primis la garanzia di non essere sotto sfratto per morosità, in secondo luogo un reddito minimo certificato sui redditi 2021 che sia di almeno 15 mila euro per un single, 18 mila euro per una coppia; 21 mila euro per tre persone fino a un minimo di 30 mila euro per un nucleo di sei persone. Questo perché «l’incidenza del costo sostenuto per il canone di locazione relativo all'unità immobiliare richiesta, non superiore al 25% del proprio reddito fiscalmente imponibile» spiega Ater che intende affittare a “sicuri pagatori”. C’è anche un tetto massimo di reddito per le richieste: 52 mila euro. Ma nel punteggio peserà molto anche la residenzialità nei comuni dove hanno sede gli alloggi messi in gara: «Un punto per ogni anno di residenza nel Comune ove è ubicato l’immobile per un massimo di 10 punti nel caso di residenza da 10 anni» sottolinea Ater che dà più valore alla residenzialità locale che non alla “giovane coppia” (tre punti massimo) o alla presenza di disabili (da tre a cinque punti, questi vincolati al caso di minore; da cinque a otto punti (questi in caso di un minore) per handicap.
Il precedente
A dimostrare quanto siano richiesti gli alloggi Ater, e quanto la casa sia una emergenza primaria in città e in provincia sono i numeri degli ultimi due bandi per l’affitto di appartamenti fatti da Ater. Risalgono alla fine dell’anno scorso e riguardavano tre immobili: uno a Mogliano e gli altri due a Treviso. Bene, per l’unico appartamento di Mogliano le richieste arrivate all’agenzia per l’edilizia residenziale sono state 14 (tre poi escluse), per quanto riguarda i due appartamenti nel capoluogo le famiglie che si sono messe in coda sono state ben 55, poi tre escluse.
il bando di treviso
E non bastassero questi numeri ci sono quelli del bando per la graduatoria per l’assegnazione delle case popolari nel Comune di Treviso. In coda si sono messe 931 famiglie, poi di queste “solo” 861 accolte dagli uffici. Una marea. Mai così tante negli ultimi dieci anni.
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