Treviso, ironia e video in stile TikTok per la sicurezza in bicicletta
Gli studenti del Duca hanno ideato una campagna social contro gli incidenti. Dalle regole base, con caschetto e pettorina, ai filmati girati nella aule e in strada: ecco i temi delle “lezioni”
Mattia Toffoletto
Gli studenti del Duca degli Abruzzi che hanno partecipato alla campagna social “Bici sicura-Mettici la testa”
C’è il video in cui Giulio, alunno della 3ª A scientifico, ricorda, in stile ticktoker, le regole-base: caschetto e pettorina, niente cuffiette e la mano a indicare ogni svolta, funzionalità del mezzo e massima attenzione ai segnali.
C’è il post su Instagram - titolo: “Le dimensioni contano?” - che mette in evidenza le misure diverse di una bici rispetto a un’automobile, a livello di parcheggi e viabilità. E c’è il filmato girato nelle aule e in strada: una serie di interviste a coetanei e adulti sul tema della mobilità.
Treviso, campagna social degli studenti del Duca degli Abruzzi per la sicurezza in bici
Il progetto si chiama “Bici sicura-Mettici la testa”, un monito contro gli incidenti stradali in danno dell’utenza debole. Si tratta di una campagna social ideata dagli studenti del Duca degli Abruzzi, legata in primis agli accorgimenti da adottare per una guida della bici in sicurezza. Un messaggio rivolto ai coetanei che usano la due ruote per andare a scuola, ma anche un’occasione di sensibilizzazione nei confronti degli automobilisti. Non scordando il risvolto ambientale: significativo il post con lo slogan “Il futuro a due ruote”, riflessione sul tema della mobilità sostenibile nelle città.
Ma, fra le varie produzioni digitali, si fa largo il video con le drammatiche cifre sui sinistri in bici e i ciclisti deceduti. Un’emergenza nazionale, tanto che nel 2022 il 28% dei 422 incidenti gravi avvenuti nel capoluogo ha coinvolto l’utenza su due ruote.
«Ci sono giovani che considerano caschetto e pettorina gialla sistemi di protezione da sfigati», commenta la docente Rosangela Lupato, coordinatrice del progetto, «l’iniziativa è un messaggio a favore della sicurezza e sostenibilità rivolto dai ragazzi ad altri ragazzi. Un messaggio molto sentito da una scuola che ha la sede principale in centro e vede tanti suo studenti arrivare al mattino in bici».
Il progetto, inquadrato come alternanza scuola-lavoro (Pcto), si è sviluppato in collaborazione con la Polizia locale, Fiab (Federazione amici della bicicletta) e CentroMarca Banca, che ha donato caschetti e giubbini gialli agli alunni. Sono stati interessati 110 ragazzi di quattro classi: le terze A scientifico e linguistico, terza e quarta E scienze umane.
L’atto finale del progetto sarà mercoledì 5 aprile: dalle 9 alle 11, tutti gli studenti coinvolti pedaleranno in lungo e in largo per la città, rigorosamente muniti di caschetto e pettorina catarifrangente.
Un appuntamento che servirà a fare «massa critica», citando l’espressione utilizzata dai ragazzi. Che, negli ultimi mesi, si sono improvvisati giornalisti, attori, pubblicitari. Hanno fatto attività di gruppo, pure un contest: il risultato sono spot in stile “pubblicità progresso”, post su Instagram, canzoni, meme, podcast, locandine. Prodotti già online sui canali social del liceo, fra Instagram, Facebook e YouTube. Operazione realizzata dopo una serie di incontri con la Polizia locale e, per l'ambito social, con il tiktoker Thomas Asueni (ex studente del Duca).
«I ragazzi coinvolti si spostano in bici, ma un domani lo faranno pure in auto. Un’iniziativa simile lascerà traccia, instillando il seme della sicurezza: i giovani di oggi saranno un domani padri più attenti», sottolinea Angelo Visentin, insegnante referente di educazione civica.
Preziosi i consigli di Patrich Antonello, vice commissario Polizia locale. «Le pettorine sono fondamentali, ma non bastano. Servono pure freni efficienti, ricordatevi che sulla strada ci sono pure gli altri e non siamo soli», ha riferito.
La campagna social ha tenuto conto anche delle indicazioni di Susanna Maggioni, presidente della Fiab di Treviso: «Un progetto visionario, che spero possa essere imitato da altri istituti. Un’operazione che intreccia tutela dell’ambiente e socialità. Ricordate: più persone si spostano in bici, più sicure diventano le città». «Una campagna di sicurezza che ha i primi fautori nei ragazzi. Un progetto che mi inorgoglisce», conclude Stefano Marconato, preside del Duca degli Abruzzi.
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