Dona 500 mila euro per rifare il campanile di Monastier, il Consiglio pastorale ferma il filantropo
Monastier, il gesto per la comunità parte dall’ex comandante dell’Aeronautica Giuseppe Stefani. Si lavora per mediare
Valentina Calzavara
Il piccolo campanile accanto alla grande chiesa di Santa Maria Assunta a Monastier è finito al centro di una singolar tenzone. Da una parte il filantropo ed ex comandante dell’Aeronautica Giuseppe Stefani, che aveva presentato un progetto di rifacimento del campanile, interamente a sue spese, per renderlo più imponente e armonico con la maestosa chiesa. Dall’altra la parrocchia, che ha bocciato l’idea e ora prende tempo.
Davanti alla diatriba le versioni discordano e intanto, tra silenzi e amarezze, il mini-campanile di Monastier resta in attesa di verdetto sul suo destino. Resterà la piccola torre che è oggi o s’innalzerà a toccare il cielo, facendo ombra alla vicina chiesa neoromanica?
L’idea e gli intoppi
«L’intenzione di sistemare il campanile per innalzarlo e renderlo più conforme alla chiesa era il mio sogno», dice il comandante Stefani, che a Monastier è nato e da sempre ha nutrito affetto e attenzione verso la sua città. È così che circa quattro anni fa è stato proprio lui a prendere i contatti con la parrocchia proponendo di realizzare un nuovo campanile.
Il progetto sembrava accolto di buon grado e una certa dose di entusiasmo, ma è poi è stato tutto un susseguirsi di vicissitudini, ritardi, posticipi e incertezze, che è lo stesso Stefani a ripercorrere: «Il primo progetto non andava bene, quindi ne è stato fatto un secondo con il campanile più alto della chiesa, poi è arrivato il Covid, dopodiché il Consiglio pastorale e il Consiglio dell’economato hanno detto che anche quest’altro progetto non andava bene e che non erano più disposti a coprire il 25% della spesa che spettava a loro, mentre io avrei messo il 75% dei fondi. Così mi sono offerto di finanziare interamente di tasca mia la spesa: 500 mila euro per questa nuova architettura, ma dalla parrocchia è arrivato un secco no».
Gli spiragli
Una doccia fredda per Stefani che da anni desiderava poter veder realizzata la nuova torre campanaria. Dal canto suo, il parroco Luigi Dal Bello preferisce restare in silenzio. «Non voglio commentare la vicenda al momento», dice al telefono. Da ambienti a lui vicini trapela che la Curia non c’entra nella decisione di intervento sul campanile, ma si dice anche che la porta non è del tutto chiusa e che si continua a dialogare per arrivare a una decisione definitiva sul progetto di rifacimento.
Non tutto sembra quindi perduto, ma al comandante Stefani, per ora, resta solo un bel po’ di amarezza e il desidero che il suo sogno possa diventare un giorno realtà: «I Consigli parrocchiali ed economato hanno dimostrato di avere un grande potere, una quindicina di persone ha deciso le sorti del campanile, ma a mio avviso sarebbe giusto interpellare tutti i 4.500 abitanti di Monastier, per sentire anche loro come la pensano al riguardo. Sarebbe bello che anche la comunità potesse dire la sua su questa storia».
L’alternativa
Nel caso in cui i 500 mila euro del campanile non dovessero essere spesi per l’opera in questione, già si lavora a un piano B: individuare un’altra buona causa da sostenere. Il comandante non si perde d’animo: «Se non sarà per il nuovo campanile di Monastier quel denaro andrà a supportare un’altra iniziativa benefica, occorre studiare e individuare con calma quella che potrà essere la destinazione perfetta di questa somma».
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