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Il robot ne opera 220 in un anno all’ospedale di Treviso: «Così meno costi e dolore»

Chirurgia microinvasiva con la consolle “Da Vinci”, record di pazienti. Si è detto addio agli interventi a organi aperti per togliere molte neoplasie

Valentina Calzavara
1 minuto di lettura
La postazione chirurgica “Da Vinci” all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso 

Bisturi ad alta precisione e movimenti clinici meccanizzati. È record di interventi per il robot Da Vinci, che nel corso del 2022 ha compiuto 220 operazioni, sotto la guida dei medici di Urologia e Chirurgia 1 dell’ospedale di Treviso. E sempre nel corso dell’anno si è provato per la prima volta ad adoperare la metodica “Da Vinci” anche per l’asportazione della vescica per tumore maligno (cistectomia radicale).

«Questi risultati sono doppiamente importanti perché seguono la rilevante contrazione delle sedute del blocco operatorio nel periodo pandemico. Per il loro raggiungimento non possiamo che ringraziare tutto il team di chirurghi, anestesisti, infermieri e tutto il personale che lavora nel blocco operatorio» spiegano dalla direzione ospedaliera, insieme ai primari dei due reparti coinvolti, Mario Mangano per l’Urologia, e Marco Massani per la Chirurgia 1.

L’APPARECCHIATURA

La chirurgia robotica è una tecnologia mininvasiva che opera attraverso una piattaforma robotica comandata dal chirurgo attraverso una consolle.

Il professionista agisce quindi su una serie di dispositivi chiamati “masters” e impone i movimenti agli strumenti chirurgici robotici che vengono inseriti nel paziente attraverso millimetriche incisioni cutanee all’altezza dell’addome.

Grazie all’avvento del Da Vinci si è detto addio agli interventi a organi “aperti”, per togliere molte neoplasie urogenitali, carcinomi a collo dell’utero, colon e intestino. Bucare senza tagliare ha significato dosi di anestetico più leggere, ferite meno invasive sulla superficie del corpo, minor sanguinamento, fibre nervose preservate e quindi guarigioni più rapide e meno dolorose. Grazie al numero di interventi raggiunti, è stato anche raggiunto il punto di pareggio per ammortizzare i costi di acquisto e di mantenimento dell’attrezzatura che è stata installata al Ca’ Foncello nel 2014 con un costo di 2,5 milioni di euro.

«Lo stesso sistema robotico», spiega il dottor Massani, «trova larga applicazione nella chirurgia generale nel cui ambito l’approccio con il bisturi è stato sostituito da piccoli fori cutanei. Negli ultimi anni agli interventi di resezioni del colon sono stati aggiunti altri più complessi come pancreas e fegato, con risultati eccellenti in recupero e radicalità oncologica».

IL PLAUSO

«Alle équipe», conclude il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, «vanno i miei più sentiti ringraziamenti per il grande impegno profuso con risultati importanti sia sul fronte dell’abbattimento delle liste d’attesa sia su quello dell’implementazione della chirurgia robotica, con tutti i vantaggi che ne derivano per i pazienti». Il presidente Luca Zaia aggiunge: «Confermano le intuizioni della programmazione regionale».

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