Maxi investimento di Electrolux: a Susegana 110 milioni di euro
Pause di 10 minuti abrogate. I sindacati: «Dubbi sulle ricadute per salute e sicurezza dei lavoratori»
francesco dal mas
Verso un milione e 100 mila frigoriferi l’anno e 110 milioni di euro d’investimenti. Un record mai toccato da Electrolux a Susegana. È la prospettiva indicata ieri dalla multinazionale svedese a Fiom, Fim e Uilm e alle rsu riunite in coordinamento. Il “gigante del freddo”, dunque, rilancia rispetto alla capacità produttiva di 850 mila pezzi della fabbrica di elettrodomestici più automatizzata al mondo. Capacità, però, che con la crisi di approvigionamenti e del mercato si è ridotta quest’anno a 750 mila frigo.
Ogg,28 marzo, i i rappresentanti dei sindacati porteranno le novità all’esame delle assemblee dei lavoratori.
L’azienda ha chiesto di sfornare non più 94 frigoriferi l’ora, ma 120. Abrogando quindi le pause di 10 minuti circa ogni due ore e sostituendole con fermate in cui il lavoratore verrà sostituito di cosiddetti “soccorritori”.
«Si tratta di condizioni potenzialmente impattanti sui temi della salute e della sicurezza», hanno commentato Gianluca Ficco e Stefano Bragagnolo della Uil, facendo eco alle riserve espresse anche dai loro colleghi. Certamente fa gola il piano di investimenti di 110 milioni di euro, programmato per il periodo 2023-2026. Sarà appunto finalizzato ad ampliare la capacità produttiva dello stabilimento fino a 1,1 milioni di frigoriferi l’anno, a fronte di un incremento dei volumi di vendita auspicato di ben il 40% in quattro anni.
Tuttavia secondo la direzione aziendale, l’assetto attuale della fabbrica non sarebbe adeguato e dunque andrebbe modificato con una serie di azioni: installazione di una nuova linea di montaggio Genesi (attualmente ce ne sono due), incremento del gettito produttivo delle linee di montaggio a 120 pezzi, l’ampliamento della nuova area tecnologica, mantenimento dell’attuale livello di ergonomia.
E poi la riorganizzazione dei flussi logistici del magazzino componenti, il potenziamento della flessibilità produttiva con la massimizzazione del calendario lavorativo e l’ottimizzazione delle modalità di fruizione delle pause. Non mancherebbe il potenziamento degli organici e un nuovo piano formazione. Gli investimenti sarebbero così articolati: 30 milioni sul prodotto, 60 sul processo, il resto su altri settori.
La direzione Electrolux ha posto però come requisito per l’investimento un accordo sindacale, in particolare sui temi delicati dell’aumento del gettito produttivo e della organizzazione del lavoro. In caso di mancato accordo sugli elementi di competitività giudicati necessari, la direzione prenderebbe in considerazione altre ipotesi di allocazione produttiva, compresa quella di esternalizzazione presso terzisti così come già fatto con i frigoriferi free standing.
«Come sindacato – commentano Ficco e Bragagnolo – siamo lieti che l’Italia sia una possibile scelta per gli investimenti, ma esprimiamo dubbi sia sugli incrementi di volumi auspicati, che sono assolutamente senza precedenti, sia sulle possibili ricadute sull’organizzazione del lavoro e sulla salute e sicurezza. Già quattro anni fa difatti il gettito produttivo è stato incrementato in modo considerevole con un accordo sindacale, ancora non completamente attuato. In considerazione della importanza e della delicatezza delle questioni in discussione, domani terremo le assemblee con i lavoratori prima di dare una risposta definitiva e condivisa ad Electrolux».
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