Mulini Mandelli a Treviso, si svela il piano. Ecco come rinascerà l’area lungo il Sile
I primi disegni della riqualificazione pubblicati dallo studio Thun affiancato da un pool europeo di specialisti. Un residence di palazzine green per la vasta area verde
Federico de Wolansli
Un rendering del piano per i Mulini Mandelli a Treviso
Mentre sono in corso ormai da alcuni mesi le opere di pulizia e demolizione dei fabbricati fatiscenti all’interno del perimetro della grande area di architettura industriale lungo il Sile, si svelano i primi disegni del futuro dei Mulini Mandelli.
Un progetto all’insegna della ristrutturazione conservativa per la parte storica, e di innovazione pura per l’edificazione della grande area verde che sorge a ovest del complesso.
La scelta del team internazionale
Per ideare la rinascita dei Mandelli, in disuso ormai da decenni, Pierangelo Bressan, l’imprenditore presidente di Garmont che ha acquisito l’immobile esattamente un anno fa, ha assoldato un team internazionale. La scelta dei professionisti («Una selezione vera e propria» spiega Bressan) è durata mesi, valutando curricula ma soprattutto idee e competenze.
A guidare la riqualificazione del compendio sarà lo studio dell’architetto Matteo Thun, bolzanino di origine, sedi operative a Milano e Monaco, un business legato a moltissimi progetti internazionali. Con lui lo studio trevigiano Mzc+, realtà locale che ha firmato molti tra i principali interventi di rinascita di immobili cittadini, sedi aziendali e progetti all’estero.
Per affiancarli nella visione paesaggistica e funzionale della grande area lungo il fiume, Bressan ha chiamato gli specialisti portoghesi di Proap “arquitectura paisagista”, consulenti in attività dal 2008 e oggi attivi in vari Paesi europei. A gestire la pianificazione operativa del vasto intervento, in senso stretto, sarà lo studio di ingegneria Semenzin e Sernagiotto di Montebelluna (altro pezzo da novanta nel panorama edile trevigiano); il tutto con la consulenza dell’agenzia Currie & Brown (sede a breve nell’ex Banca d’Italia di piazza Pola), prima ad affiancare Bressan nell’immaginare il futuro dei Mandelli.
Le palazzine green previste nel piano
Restauro e innovazione
Gli ambiti di intervento che rientrano nel grandissimo perimetro dell’area Mandelli sono fondamentalmente due: il primo è quello costituito dai grandi volumi dell’ex attività industriale affacciata sul Sile, che comprendono lo stabile principale, il fronte dei vecchi magazzini sulla riva e altri immobili interni di pregio storico (gli altri sono stati ormai in massima parte demoliti); il secondo è quello rappresentato dall’ampia area verde che si estende tra i Mandelli, la Callalta e via Fratelli Benvenuto e si affaccia, in parte, sull’Alzaia.
Il primo ambito sarà caratterizzato dal recupero filologico delle strutture e il loro restauro a fine direzionale, in parte ricettivo e residenziale; il secondo dalla nascita di un residence di nuova generazione «pensato per creare un nuovo ambito della città» disse Bressan, «e offrire alloggi moderni, non solo per i ricchi». Queste le immagini che più colpiscono tra le primizie pubblicate nelle scorse ore proprio dallo studio di Matteo Thun.
Il residence verde
Sarà costituito da una serie di palazzine di tre piani, vetrate, materiali molto naturali, inserite in un parco verde fatto di cespugli, piante aromatiche, alberi e percorsi verdi che divideranno tutta la grande area oggi inedificata sovrastando e mascherando il piano dei park interrati. Un rione giardino, chiamato a “ricucire” in verde e modernizzare il paesaggio del quartiere.
«E questi sono solo i primi spunti di un piano che sarà rivoluzionario» sottolinea Bressan. I dettagli sui Mandelli vengono infatti centellinati, non a caso. L’aspettativa cresce.
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