Giornate Fai, migliaia in coda nei siti trevigiani
Treviso, Vedelago e San Vito di Altivole: tre i luoghi protagonisti nel primo fine settimana “ufficiale” della primavera 2023, caratterizzati dall’ottimo successo di pubblico e di presenze della 31esima edizione delle “Giornate Fai di Primavera”
Tommaso Miele
Le giornate del Fai. Foto Colussi
L’iniziativa a livello nazionale promossa dal Fondo Ambiente Italiano, dedicata alla cultura e alla valorizzazione del patrimonio artistico, tra sabato e domenica ha aperto ai curiosi le porte di centinaia di luoghi più o meno noti, spesso non visitabili, in tutta Italia. Veneto e provincia trevigiana incluse: nelle sedi di Palazzo Giacomelli e di Palazzo Vescovile a Treviso, nella Barchessa di Villa Pola e l’attiguo Birrificio Barch a Vedelago, oltre al Memoriale Brion di San Vito di Altivole, sono transitati complessivamente 3.500 visitatori.
«Si è respirata una voglia notevole di ripartenza, e i dati sono stati decisamente positivi» sottolinea Mario Gemin, capodelegazione del Fai trevigiano. «Affluenza notevole in entrambe le giornate e in tutte le sedi, con alcuni distinguo. La Barchessa e il Birrificio Barch a Vedelago hanno richiamato circa 500 persone, e, tenendo conto che l’apertura del sito era confinata solamente al sabato, è una cifra molto interessante» aggiunge Gemin, che predica però una maggiore attenzione su date e orari in vista delle prossime edizioni.
«Consigliamo sempre di controllare con più attenzione il sito del FAI e i nostri canali social: domenica, nonostante non fosse prevista l’apertura, sono arrivati visitatori a Vedelago e, in mattinata, anche a Palazzo Vescovile a Treviso, che apriva invece solamente di pomeriggio. Con un po’ più di scrupolosità si possono evitare malintesi e giri a vuoto».
Due giorni di immersione nella cultura, dunque, caratterizzati dall’osservazione attenta dei saloni e degli angoli più affascinanti di Palazzo Giacomelli e di Palazzo Vescovile in città, capaci di attirare complessivamente 2mila visitatori nel weekend; Palazzo Vescovile teatro anche di una piccola incursione domenicale del vescovo, Monsignor Tomasi, che, di fronte alla lunga coda in attesa dell’ingresso, ha simpaticamente esclamato: «La prossima volta vi faccio portare un spritz per ingannare l’attesa». Il successo ha abbracciato infine anche la splendida architettura di Tomba Brion, che, nelle due giornate dedicate alle sole visite guidate, ha calamitato anch’essa un migliaio di curiosi attratti dall’arte di Carlo Scarpa.
«C’è stata un’ottima gestione delle presenze e dei flussi, ed è sempre bello notare un mix di giovani e meno giovani, famiglie con bambini e ragazzi in comitiva» chiude Gemin, che ha poi un’ultima raccomandazione da fare. «Capita ogni tanto che le persone che arrivano nei nostri siti scoprano che si chiede un piccolo contributo di 3 euro per il FAI: non ci sono mai problemi, ovviamente, ma ogni tanto pare di leggere su qualche volto un po’ di sbigottimento... L’ingresso è libero, ma è anche giusto ricordarsi del personale che lavora in questi meravigliosi luoghi, e non dimenticare che la bellezza e la cultura, per continuare ad esistere e ad essere tutelate, hanno anche bisogno di qualche piccolo aiuto».
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