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Villa Pisani a Montebelluna, sotto l’intonaco spuntano gli affreschi segreti

Il restauro del complesso architettonico ha fatto trovare i dipinti utilizzando tecniche mini-invasive

Enzo Favero
2 minuti di lettura

Restauratrici al lavoro sugli affreschi di Villa Pisani a Montebelluna

 

Si conoscevano gli affreschi di Faustino Moretti del salone centrale, poi è venuta fuori la sorpresa di una saletta laterale che, sotto l’intonaco, aveva altri affreschi che hanno consentito di retrodatare la costruzione di Villa Correr Pisani di Biadene al XVI secolo.

Ma le sorprese più suggestive e intriganti sono emerse da due sale nell’ala est dove, da sotto uno strato di intonaco, sono venuti alla luce altri affreschi. Un’ala la cui costruzione è ritenuta successiva a quella del corpo centrale e dove due sale sono risultate appunto affrescate, una con motivi geometrici che inizialmente si ritenevano opera novecentesca, finché non è saltata fuori una data che li ha fatti risalire al ’700.

Opere che aprono nuovi squarci sulla storia della villa e sulle varie proprietà che si sono succedute e che fanno intuire rapporti che vanno ben oltre i confini della Serenissima. Si tratta delle sale 54 e 58 della villa che ospita il MeVe, le cui pitture murali differiscono di molto, sia per decorazione che per soggetti, dagli altri dipinti murali presenti nella villa. Tanta particolarità ha fatto sì che diventassero oggetto di una campagna diagnostica non invasiva condotta in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari.

Il soffitto affrescato di una delle stanze di Villa Pisani

 

La ricerca

È emerso che le due stanze appaiono molto simili per materiali e tecniche esecutive utilizzati (la maggior parte delle pitture è stata eseguita a secco a calce, con dettagli a tempera, non a “buon fresco”), ma risultano invece molto diverse dal punto di vista iconografico: la stanza 54 presenta alcune decorazioni botaniche poste all’interno di cornici alternate a motivi geometrici, che possono essere ricondotti alla tipologia tessile delle Indiennes molto in voga in Europa tra il’700 e l’800.

La stanza 58, invece, presenta un fregio superiore caratterizzato dalla presenza di vedute e paesaggi, mentre la parte centrale è suddivisa da festoni in rettangoli che dovevano contenere dei quadri.

Sguardo europeo

«In una sala sono venute alla luce pitture che mostrano scorci di città e capitali che si intuiscono europee», spiega il consigliere regionale Marzio Favero, motore del restauro della villa e quindi della scoperta degli ulteriori affreschi, quando era sindaco di Montebelluna. «Nell’altra ci sono motivi geometrici e richiami esotici che avevano fatto inizialmente pensare che risalissero al Novecento, poi invece la scoperta di una data li ha correttamente fatti risalire al Settecento. Sono pitture importanti anche dal punto di vista storico, perché fanno capire come le proprietà che si sono succedute fossero aperte a suggestioni europee ed esotiche. È stata poi fondamentale la scoperta sotto 3,5 centimetri di intonaco di affreschi che rappresentano scene di paesaggi e le tre vittorie nella saletta di fianco al salone affrescato dal Moretti perché hanno consentito di retrodatare al ’500 una villa che si riteneva realizzata nel ’600 in base a un documento».

Quanto emerso dall’indagine diagnostica verrà illustrato venerdì 24 marzo alle 20.30 al MeVe da Eleonora Balliana del dipartimento di Scienze ambientali di Ca’ Foscari e da Elisabetta Sinisi, che allo studio delle sale ha dedicato la sua tesi di laurea. Illustreranno gli esiti della ricerca sui materiali e le decorazioni presenti nella villa integrando, anche dal punto di vista scientifico, la conoscenza della sua storia e degli interventi che i proprietari, avvicendatisi nel corso dei decenni, hanno apportato alla sua struttura.

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