Viale Cadorna, la rabbia dei commercianti di Treviso. «È cambiato tutto, i clienti hanno paura»
Lunedì sera la rissa a bottigliate al Perlage. Il macellaio Cadavello: «In altre occasioni i passanti entrati per rifugiarsi»
Lorenza Raffaello
«La situazione è peggiorata moltissimo, il via vai è aumentato e in alcune occasioni, qualche mio cliente è venuto dentro a rifugiarsi per paura. Sono situazioni che non fanno piacere, ci sono attività che ne pagano seriamente le conseguenze».
Sconcerto, ma ancor prima delusione per una situazione che è degenerata, a detta dei più, prevedibilmente. A parlare tra i commercianti di viale Cadorna, Giorgio Cadavello, titolare dell’omonima macelleria. È decisamente infastidito e deluso per quanto è accaduto lunedì, quando intorno alle 19.30 a pochi metri dalla sua attività un gruppo di stranieri è venuto alle mani, anche con pugni e bottigliate, fuori dal locale Perlage.
Il doppio scontro
Il lunedì nero di Treviso, era iniziato in mattinata, alle 11.20, con la tentata rapina all’Internet Point di via Zenson. Con un 28enne, armato di coltello, a scatenare il panico.
Poi in serata la rissa di viale Cadorna. Come Cadavello anche tutti i titolari delle attività della zona raccontano di un deterioramento di una delle zone considerate più rispettabili del centro.
«Sono impaurita e molto delusa perché sto vedendo come sta cambiando viale Cadorna che è sempre stata un fiore all’occhiello per Treviso», sostiene Mirella Trentinaglia titolare da 38 anni della pizzeria da Roberto.
«Ora vediamo questi personaggi violenti che fanno squadra tra di loro, sembra che non ci sia più un controllo. Già nelle prime ore del pomeriggio i clienti hanno timore di camminare in questo marciapiede, fanno il giro largo. È una brutta situazione».
Il peggioramento negli anni
La titolare della pizzeria racconta di come la zona sia cambiata negli anni: «La situazione è peggiorata nel tempo, sta degenerando. Abbiamo subito dei furti, ci hanno forzato un portoncino, rompendolo, staccano i cartelli e appena c’è un rimprovero, o qualcuno interviene queste persone diventano violente e aggressive. Tutto avviene a poca distanza dalla mi attività, sono spaventata.
L’altra sera delle mie clienti stavano per entrare in pizzeria, ma in quel momento si è scatenata la rissa e hanno deciso di andare altrove perché sono rimaste sconvolte: vedere un ragazzo tutto insanguinato fa paura. Non va bene. Questa violenza si ripercuote sulla mia attività».
I traffici tra i vicoli
Secondo chi frequenta la zona, si tratterebbe di gruppi di ragazzi per lo più stranieri che si avvicenderebbero l’uno di seguito all’altro a seconda dell’orario e che avrebbero trovato come base per i loro traffici uno dei vicoletti che conduce ad un parcheggio, proprio a fianco del Perlage, teatro della rissa dell’altra sera.
Il clima con la luce del giorno appare tranquillo, all’interno del Perlage i dipendenti che, come ogni giorno, si occupano di gestire l’attività e la clientela, hanno poca voglia di parlare.
Soprattutto di quello che è accaduto: «Non sono cose da tutti i giorni», i nostri colleghi hanno preso paura. Sembrerebbe che sia un fenomeno in espansione, ma confidiamo che rimanga un episodio isolato. I titolari stanno prendendo provvedimenti, siamo tutti dipendenti, siamo qui da sei anni e ora non ci sentiamo più tanto sicuri».
Non etichettare
Da parte dei commercianti però c’è anche la volontà di non etichettare l’intera zona per un singolo episodio: «È vero, c’è una concentrazione più ampia di episodi dovuti ad alcuni problemi di disagio giovanile. Si può intervenire in molti modi, non solo con la repressione. Ma non dobbiamo avere paura» afferma Andrea Penzo Aiello, titolare del Filò. «Viale Cadorna continua ad essere tranquilla, ben abitata e illuminata con tante attività commerciali e la sicurezza all’interno è garantita. Episodi di violenza possono succedere qui come in altre zone della città. Di sicuro non possiamo prendere sotto gamba quello che è successo, ma capire cosa sta accadendo e trovare le soluzioni».
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