Licenziata dopo nove anni l’impiegata infedele in Comune
Gabriella Genio è stata condannata per peculato in via definitiva nel 2022. Ma la battaglia giudiziaria continua con il ricorso di fronte ai giudici del lavoro
matteo marcon
Le prove era state raccolte con una perquisizione congiunta
(lapresse)Impiegata infedele: dopo 9 anni scatta il licenziamento, ma la battaglia legale tra il Comune di Spresiano e Graziella Genio è tutt’altro che archiviata.
Le marche da bollo delle pubblicazioni di matrimonio
Nel febbraio 2022 fa la Corte di Cassazione si era espressa sulla vicenda confermando la condanna per peculato nei confronti dell’ex impiegata dell’ufficio anagrafe. Il caso era scoppiato nel maggio del 2014 con un clamoroso blitz da parte dei carabinieri e finanzieri (su mandato del sostituto procuratore Giovanni Valmassoi) nell’abitazione della funzionaria e negli uffici del Comune.
Era emersa una condotta truffaldina da parte della funzionaria che, in buona sostanza, si intascava i soldi delle marche da bollo per le pubblicazioni matrimoniali, utilizzando per i nuovi atti alcuni “sigilli” riciclati da altri documenti.
La condanna definitiva nei suoi confronti è di due anni e tre mesi. Ma il caso è ancora tutt’altro che chiuso.
L’azione legale per il risarcimento
Nell’estate scorsa si è aperto il filone civile e ora si apre un nuovo contenzioso di fronte ai giudici del lavoro. Nelle more dell’azione penale infatti rimaneva aperto in municipio anche il procedimento disciplinare a carico della funzionaria.
Pochi mesi dopo la sentenza definitiva il sindaco di Spresiano, Marco Della Pietra è passato al contrattacco. Nel luglio 2022 il primo cittadino ha avviato il conteggio dei danni subiti dall’ente per chiedere il risarcimento in sede civile.
A settembre dello stesso anno il Comune, prendendo atto della sentenza penale, ha chiuso definitivamente il procedimento disciplinare aperto nel 2014 licenziando la dipendente. Fino al 19 settembre 2022, infatti, Gabriella Genio, risultava formalmente ancora nella pianta organica dell’ente, in condizioni di sospensione cautelare.
«Per noi era un atto dovuto» commenta Marco Della Pietra «anzi trovo alquanto paradossale che fino a pochi mesi fa, di fronte ad accuse così gravi, il nostro ente si sia trovato nelle condizioni di pagarle comunque lo stipendio (che normalmente in questi casi è dimezzato ndr)».
A un anno di distanza dalla sentenza della Cassazione, si torna a parlare del caso Genio perché l’ex funzionaria ha nel frattempo impugnato attraverso i suoi legali anche quest’ultimo provvedimento disciplinare, facendo ricorso ai giudici del lavoro. N
ei giorni scorsi, impegnando una somma di 14 mila euro, il comune di Spresiano ha dato mandato a due legali, l’avvocato Barbara Stilo e Fabrizio Calesso di resistere in giudizio. La battaglia giudiziaria continua dunque a tenere banco, mentre, a distanza di mesi, rimane ancora da quantificare l’entità del danno economico e morale che l’impiegata avrebbe causato all’ente. —
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