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Treviso dice addio a Paolo Dotto, storico direttore del Trofeo Topolino e anima della Ghirada

Infarto fatale nella notte, il 118 arriva ma lo trova esanime. Fu il coordinatore e strenuo difensore del vivaio Benetton. Anche il figlio Piero morì d’infarto

Andrea Passerini
2 minuti di lettura

Paolo Dotto, responsabile per oltre 20 anni del settore giovanile del Benetton Rugby e direttore del Trofeo Topolino

 

Si è sentito male aprendo la porta di casa, l’altra sera. Ha chiamato il Suem, che ha inviato subito un’ambulanza. Ma era già troppo tardi: varcata la soglia, il personale del 118 lo ha trovato esanime sul pavimento. Il cuore di Paolo Dotto si era fermato per sempre.

Aveva 76 anni, Paolo, papà di Piero, icona della piazza, scomparso prematuramente nel 2012, pure lui per infarto. Tragedia che lo aveva segnato: sempre più faticava ad avvicinarsi ai campi, Paolo ma aveva conservato il legame con il gruppo storico dei dirigenti ed accompagnatori biancoverdi.

Il dirigente più amato

Dotto è stato uno dei dirigenti più amati e popolari del Benetton rugby, un pilastro. Riferimento assoluto del settore giovanile, da lui coordinato per oltre due decenni, difendendolo poi in maniera energica da chi, dopo il Duemila, voleva cancellarlo per una diversa politica di reclutamento.

Quanti campioni del nostro rugby sono cresciuti nel vivaio della Ghirada, fra i migliori d’Italia e d’Europa. E quanti scudetti hanno colto le sue squadre juniores: decine e decine di tricolori. Per un paio d’anni era stato anche accompagnatore della nazionale U19.

Il vivaio e il Trofeo Topolino

Aveva vinto quella sfida, riuscendo a salvare il vivaio, ma successivamente aveva dovuto lasciare il direttivo, dov’era entrato sin dai tempi della presidenza Manavello. E tutti i bambini e i ragazzi, per lui praticamente altri figli, gli devono un enorme grazie. Ancor più quelli che giocano e crescono tuttora nella cittadella invidiata dal mondo. E poi, il Topolino, ideato da Antonio Munari e Gianni Raccamari.

Fino al 2004 Paolo ha diretto il torneo, il fiore all’occhiello del rugby trevigiano, la più grande manifestazione al mondo giovanile, uno degli assi che ha permesso all’Italia di entrare nel Sei Nazioni.

Migliaia e migliaia, dai 5 ai 14 anni, da tutta Italia e dall’estero, corrono ogni anno dietro quella palla ovale. Ed è stato Giovanni Ciccio Grespan a raccogliere la sua doppia eredità in Ghirada al Topolino.

Il cordoglio del mondo del rugby

Da sempre agente di commercio (apparati e accessori ospedalieri), Dotto era divenuto infine socio di un’azienda attiva nel settore della distribuzione dell’energia.

Vastissimo il cordoglio, non solo nel rugby. Il mesto tam tam ha raggiunto in pochissimo tempo locali e culle ovali, club della Marca, gli ultimi fioi dea piassa. Aveva giocato poco, ma si era innamorato del rugby, trasmettendo la passione ai figli.

Ed era stato lui, con altri dirigenti, a ideare il simbolo dei Leoni – il leoncino di profilo che tiene la palla ovale – ispirandosi al logo della Peugeot.

«È stato bello poter passare tanta vita con lui», dice, affranto, l’amico fraterno Romano Mazzanti, «era un personaggio, ci si divertiva sempre e ti donava sempre la sua amicizia, la sua presenza, il suo spirito».

I funerali di Dotto saranno celebrati venerdì alle 11, nella chiesa di Sant’Agnese. Lascia il figlio Alessandro, detto Speedy, ex rugbista e oggi allenatore a Dosson, la nipote Emma, l’ex moglie Lella, il fratello Franco, le sorelle Diana e Lilli, il cognato Luciano e le cognate Anna e Loretta.

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