A Treviso più divorzi che nel resto d’Italia. Ecco i dati Comune per Comune
Incremento del 69% rispetto al 2012, crescita in tutti i Comuni a parte Vittorio Veneto. L’Adico: «Forte aumento nel post Covid»
Lorenza Raffaello
In provincia di Treviso è record di divorzi
Sempre più divorziati nella Marca: in dieci anni il numero è praticamente raddoppiato. E, con un incremento del 69% in più rispetto al 2012, la nostra provincia si posiziona al di sopra della media nazionale, che si ferma invece al 62%. Effetto Covid? Probabilmente.
E ora la nuova riforma Cartabia, entrata in vigore lo scorso 1° marzo e che presuppone procedure più snelle e veloci, potrebbe contribuire ad accrescerne il numero, soprattutto tra gli over 50.
Tutti i numeri
Secondo i dati Istat forniti da Adico e dall’Osservatorio Natalità e Famiglia in Veneto, nel 2022 nel trevigiano i divorziati ammontavano a quasi 31 mila, contro i 18 mila circa del 2012. A Treviso città, nel 2022, il numero è stato di poco superiore ai 4 mila, contro i 2.428 del 2012, ben il 66% di casi in più.
Il Comune che, più di tutti, alza la media, riporta incrementi a tre cifre: Altivole ha visto in dieci anni un aumento del 291%: i divorziati sono passati da 46 a 180.
Dove si va in controtendenza
Se ovunque i numeri sono in aumento, esiste un unico Comune in controtendenza, Vittorio Veneto, che addirittura ha visto diminuire i casi di 400 unità, con una flessione del 24%. Oltre ai numeri totali, quello che salta all’occhio è l’età dei divorziati.
Nella Marca a divorziare di più sono gli over 50. Un trend in aumento, e pure nel giro di un solo anno, dal 2021 al 2022, gli ultracinquantenni divorziati sono passati da 21.100 a 22.759, con un incremento percentuale di quasi 8 punti. Diversi i giovani, più innamorati o più indecisi, sicuramente meno sposati: tra gli under 50, i divorziati l’anno scorso sono diminuiti del 2% rispetto al 2021, i casi in meno sono stati 189.
Sportelli presi d’assalto
«Abbiamo aperto uno sportello divorzi nel 2014, dopo la prima riforma in materia di separazioni e divorzi, ma negli ultimi anni abbiamo visto un incremento sostanziale, specie di coppie over 50 - spiega Carlo Garofolini, presidente Adico – si rivolgono a noi nel momento in cui hanno già preso la decisione e sono entrambi d’accordo sul separarsi. In quasi tutti i casi le coppie aspettano che i figli raggiungano uno stato di autonomia economica, finanziaria e affettiva. Quando non devono più curarsi di loro allora le coppie si separano, si vogliono bene, ma non sono più innamorati e vogliono certificare una situazione sentimentale che ormai si è esaurita. Lo sportello semplifica molto le cose».
Numeri raddoppiati in 10 anni, ma è ora che gli addetti ai lavori dichiarano di aspettarsi un incremento significativo, a causa della riforma Cartabia.
Cos’è cambiato
Dal 1° marzo 2023 sono entrate in vigore le nuove norme che regolano la separazione e il divorzio, secondo le quali è possibile proporre contemporaneamente la domanda di separazione giudiziale e di divorzio contenzioso, oppure, le stesse potranno essere riunite in un unico procedimento. Una novità destinata a rivoluzionare l’iter burocratico, ad oggi però non ancora del tutto chiara.
I dubbi degli avvocati
«Si tratta di norme che dovrebbero rendere più brevi i processi, rendendo possibile introdurre la domanda di divorzio in contemporanea al procedimento di separazione con conseguente unificazione delle due procedure. Questa è davvero una svolta per i cittadini, qualcosa di rivoluzionario - spiega l’avvocato civilista Francesca Commissati, esperta di diritto di famiglia e titolare dello studio legale Commissati e Pizzolon - la vera rivoluzione è stata la creazione del “Tribunale della famiglia”, che sarà competente in materia di stato delle persone, minori, famiglia, separazioni e divorzi, un’innovazione le cui tempistiche dipenderanno dalle risorse che riusciranno a mettere in campo gli uffici giudiziari. Questo garantirà all’utenza una magistratura altamente specializzata nel settore e anche maggiore sinergia fra diverse figure professionali che coopereranno per risolvere le vertenze a 360 gradi e non con un approccio solo giuridico».
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