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Scritte offensive contro una ragazza. Preso l’autore: era la vendetta di un sessantenne

Oltre al sottopasso e alla stazione, imbrattato anche il muro della chiesa: il ripristino costerà più di tremila euro

matteo marcon
2 minuti di lettura
Le scritte apparse accanto all'ingresso della chiesa 

È un ultra sessantenne, residente in un Comune della zona del Miranese, l’uomo che dovrà rispondere dell’imbrattamento massivo dei muri del paese con scritte ingiuriose e misogine contro una ventenne di Preganziol.

All’indomani del raid, che ha destato profonda indignazione tra cittadini e istituzioni, è stata la polizia locale, attraverso le registrazioni dei sistemi di videosorveglianza a identificare l’uomo.

Ora la palla passa agli inquirenti, ma la speranza di molti, in primis del sindaco di Preganziol, Paolo Galeano è che questi gesti, peraltro reiterati, non rimangano impuniti.

«Una nostra cittadina e la nostra comunità nella sua interezza hanno subito uno sfregio insopportabile» commenta Galeano «per questo la mia amministrazione si è attivata da subito, oltre che per cancellare quelle scritte odiose anche per farsi risarcire, dal diretto interessato».

Il fattaccio è emerso domenica mattina, lasciando sbigottiti anche molti di coloro che si stavano recando a messa. Le scritte contro una ragazza preganziolese, citata per nome e cognome con tanto di indirizzo, sono infatti comparse a caratteri cubitali proprio sulla facciata della chiesa centrale, di fianco al portone d’ingresso.

Ma non contento di questa già elevata visibilità l’uomo ha imbrattato con la sua bomboletta spray nera anche il sottopasso ferroviario, un muro della stazione, uno scuolabus e ha scritto lo stesso messaggio anche sull’asfalto dell’arena delle piscine

. Ai danni di natura morale si aggiungono quelli economici per il ripristino dei luoghi. Per riportare al precedente candore i marmi della chiesa, servono una ditta specializzata e il benestare della soprintendenza: si parla di un preventivo attorno ai 3.000 euro.

Per il resto dei muri cifre un po’ più basse: «Il sottopasso» fa però notare Galeano «lo avevamo appena ritinteggiato».

Il sessantenne stando a quanto emerso ieri, grazie al lavoro di indagine degli agenti del corpo intercomunale della Polizia Locale, sarebbe entrato in azione attorno alle 3 di notte, tra sabato e domenica.

Avrebbe cercato di evitare tutte le telecamere presenti ai varchi di ingresso della città e di parcheggiare in un luogo distante dal centro, ma ha sottovalutato l’efficienza del sistema.

Questo raid segue un episodio simile avvenuto l’estate scorsa: in quell’occasione la stessa ragazza all’epoca 19enne era stata bersaglio di alcuni foglietti ritrovati nei dintorni della sua abitazione e anche a Mestre, accompagnati da alcune rigature delle auto parcheggiate nei dintorni.

Da lì era già stata sporta querela contro ignoti e le forze dell’ordine avevano aperto un fascicolo.

La speranza di molti è che ora si possa procedere sia in sede penale che in sede civile contro questo diffamatore seriale.

Sullo sfregio al luogo di culto si è espresso, parlando direttamente ai fedeli anche don Paolo Barbisan, collaboratore della parrocchia che ha celebrato le messe di domenica al posto di don Gabriele Bittante, in questi giorni in pellegrinaggio in Terrasanta: «La chiesa è un luogo identitario non solo per la comunità cristiana ma per tutto il paese. Credo che gesti come questo passino il segno delle semplici bravate. C’è un disagio, non solo giovanile, che è molto forte e va affrontato. C’è un lavoro da fare con tutti, per dare non solo risposte a monte, con la prevenzione, ma anche a valle, per dimostrare che questi fatti non devono restare impuniti». 

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