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Treviso, diede del “razzista, sessista e omofobo” al leghista Coin. La “pasionaria” di Django a processo

Gaia Righetto è accusata di diffamazione. L’attuale segretario provinciale del Carroccio e deputato chiede 10 mila euro di risarcimento

Marco Filippi
1 minuto di lettura

Dimitri Coin e Gaia Righetto: è scontro in tribunale

 

Diede all’attuale segretario provinciale della Lega, Dimitri Coin, del “razzista, sessista e omofobo” in un infuocato post sul suo profilo Facebook pubblicato cinque anni fa.

Ora per quelle parole, Gaia Righetto, volto noto del centro sociale Django e all’epoca esponente del gruppo Ztl Wake Up, si trova a processo per diffamazione aggravata. Il processo s’è formalmente aperto lunedì mattina, 20 marzo, in un’aula del tribunale di Treviso, davanti al giudice Iuri De Biasi.

Un processo che si incentra tutto su un post che la “pasionaria” di Django, Gaia Righetto, pubblicò sul proprio profilo Facebook l’11 giugno del 2018, due giorni prima che Mario Conte venisse eletto sindaco di Treviso, scalzando dallo scranno più alto di Ca’ Sugana Giovanni Manildo.

Nel post Righetto pubblicava una foto che ritraeva un gruppo di leghisti, tra i quali Dimitri Coin e che accompagnava con questa frase: «Ecco, stampiamoci tutti questi volti bene in mente. Sugli scranni di Palazzo dei Trecento, al bar, per strada, ovunque a questi maschi bianchi, che portano oscurità e odio a questi razzisti, sessisti, omofobi, devastatori rinnoviamo la nostra dichiarazione di guerra...».

Frase che evidentemente all’attuale segretario provinciale del Carroccio e deputato della Lega al suo secondo mandato non è proprio piaciuta ed ha deciso di querelare Righetto per diffamazione aggravata.

Coin s’è costituito parte civile al processo contro la “pasionaria” di Django chiedendo un risarcimento di 10.000 euro. A rappresentarlo in aula sarà l’avvocato Stefano Trubian.

Righetto, invece, che è difesa dall’avvocato Giuseppe Romano, arriva al processo dopo essersi opposta al decreto penale di condanna che consisteva nel pagamento di una multa da 1.000 euro.

Il suo legale con ogni probabilità tenterà di impostare la difesa su parole scritte sotto forma di una critica politica, per quanto aspra, e non una diffamazione.

Quella di lunedì è stata un’udienza prettamente tecnica nel corso della quale sono state ammesse le liste dei testimoni della pubblica accusa e della difesa. Il processo entrerà nel vivo a luglio.

Non è la prima volta che la “pasionaria” si trova a processo con controparte Coin, come segretario provinciale della Lega. Proprio nel novembre scorso Righetto e altri sei attivisti di Django sono stati prosciolti per prescrizione dall’accusa di manifestazione non autorizzata per il blitz anti-Salvini, alla festa della Lega tenutasi alle Stiore il 20 ottobre 2017 con tute bianche e cappucci. Gli attivisti di Django strapparono, in quell’occasione, le bandiere del Carroccio, al grido “Treviso-desalvinizzata”.

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