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Truffa superbonus, funzionario scopre un buco da 80 mila euro

La Finanza lo chiama: «Ci mostri i documenti dei lavori edili». Mai eseguiti.Vittima un dipendente pubblico trevigiano che ha presentato denuncia. Indagato uno straniero residente nel Padovano

Fabio Poloni
1 minuto di lettura
Una mail arrivata via pec dalla Finanza ha svela la truffa ai danni del funzionario 

«Buongiorno, siamo della Guardia di finanza. Ci può mostrare i documenti relativi ai lavori edili da lei eseguiti? Risulta una cessione di crediti da 80 mila euro nel suo cassetto fiscale. Vorremmo controllare».

Peccato che lui, che ha ricevuto questa richiesta dalle Fiamme gialle, non avesse fatto alcun lavoro edile sulla propria abitazione. A raccontarci questa disavventura – e a chiedere all’Agenzia delle entrate di prevedere un sistema di “alert” se qualcuno accede al tuo cassetto fiscale con operazioni del genere – è un dipendente pubblico trevigiano, che chiede l’anonimato ma racconta nei dettagli com’è andata.

Il furto

«La Guardia di finanza – racconta l’uomo – mi ha mandato una mail, tramite posta elettronica certificata, chiedendomi la documentazione per lavori edili eseguiti sulla mia abitazione con il “superbonus”. Ma io non ne ho mai fatti, se non con il “bonus facciate” nel 2022. Forse è lì che qualcuno si è impossessato dei miei dati fiscali per poi usarli in maniera truffaldina, ma questo non posso saperlo con certezza».

Il dipendente pubblico ha presentato denuncia: per la vicenda è indagato un cittadino straniero residente nel Padovano, che risulta aver “attinto” i crediti fiscali dell’ignaro cittadino trevigiano. Ignaro, appunto, e qui scatta la protesta: «Ma com’è possibile – dice il dipendente pubblico – che se faccio un bonifico minimo o un’operazione online con la carta di credito mi arriva un alert e una richiesta di autenticazione sullo smartphone, mentre qui si muovono ottantamila euro dal mio cassetto fiscale senza che io lo sappia?».

L’uomo, infatti, ha scoperto il fattaccio solamente per via della richiesta della Guardia di finanza, otto mesi dopo l’azione fraudolenta messa in atto. «Solo a quel punto ho controllato il mio cassetto fiscale e ho visto il movimento», racconta.

Le verifiche

Al proprio cassetto si accede collegandosi al sito dell’Agenzia delle entrate tramite identità digitale, Cie o Spid. Ma chi lo fa, abitualmente o anche solo saltuariamente? Nessuno, in pratica, tranne magari chi deve recuperare una dichiarazione dei redditi degli anni precedenti per qualche motivo, o qualche professionista che cerca i propri versamenti tramite modello F24.

«Ecco perché bisognerebbe attivare un meccanismo di alert», dice il cittadino che ha presentato denuncia e ha chiesto ovviamente la cancellazione della cessione del credito fiscale a suo nome. In Italia, secondo le stime della stessa Agenzia delle entrate, potrebbero ammontare a circa nove miliardi di euro le truffe legate al superbonus, con cessioni dei crediti illegittimi effettuate all’insaputa del contribuente, oppure senza che siano stati effettuati i lavori relativi alla fattura emessa.

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