Viavai di autobus e cantieri infiniti: Treviso, tanti “mal di pancia” in via Martiri
La sofferenza dei negozi: «Siamo una strada storica e centralissima, che oggi si sente secondaria»
federico de wolanski
Anni di autobus che transitano avanti e indietro, tre anni e più di un cantiere che ha asfaltato una parte della strada, allestito una max impalcatura e ancora non è chiaro quando smantellerà tutto, una strada centralissima e storicissima che si sente secondaria. Torna a montare il malcontento di via Martiri della Libertà, ma questa volta pare più grave rispetto a precedenti “mal di pancia” di residenti e addetti ai lavori. Ai negozi chiusi e non riaperti, infatti, si aggiungono altre vetrine che soffrono tanto da essere pronte a rendere l’affitto.
Un viavai continuo
Siamo davanti alla Loggia dei cavalieri (1276), uno dei monumenti principali della città sotto il quale sfilano – tra non poche polemiche – da anni ormai, decine di bus ogni giorno. E non parliamo degli autobus elettrici, che semmai transitano uno ogni tanto, ma di “bestioni” da 12 metri di lunghezza. Quanti? Il conto dipende dai giorni e dalle fasce orarie, ma nelle ventiquatr’ore parliamo di decine, tanto che l’amministrazione più volte negli anni (l’ultima l’estate scorsa, quando ha dovuto rimettere mano al porfido). I minibus? Aspettano ancora una rivoluzione del trasporto pubblico, che aspetta l’approvazione di un Pums, che aspetta ancora un voto...
Il restauro
A tutto questo si aggiunge il cantiere il cantiere della Gobbo Restauri per la riqualificazione della palazzina storica all’incrocio con via Filodrammatici, quello che nel 2020 ha allestito un soppalco a pochi metri dalla Loggia dei Cavalieri, cementando parte del porfido (tant’è che lì il comune non è intervenuto) e deve ancora concludere il cantiere e rimuovere tutto. Quando? Per adesso si continuano a dare proroghe. Nel frattempo da qualche mese si sono aggiunte anche le impalcature del restauro del palazzo tra via Martiri e piazza Sant’Andrea, sul lato sud della strada.
Il commercio
Già oggi si contano le due vetrine sfitte dell’ex Thun e dell’ex Dani abbigliamento, che incredibilmente sembrano non trovare investitori interessati da mesi. Ora pare che altri quattro negozi siano pronti all’addio tra cui l’ex Giobin vicino Loschi e il vicino Modà. A confermare il ribollire della via è anche Paolo Zatta, consulente commerciale dei negozi in centro, che però sottolinea: «Gli affitti non c’entrano, le ragioni vanno cercate altrove». Le lamentele fatte dalle gestioni sarebbero relative allo «stato della via» tra cantieri «che rendono difficile fare fatturati» al traffico dei bus «da strada secondaria».
Il precedente
Guarda caso parole simili che vennero usate ormai una decina di anni fa nella petizione di residenti e commercianti, che chiedevano al comune lo stop al traffico e la riqualificazione dell’intera area. Tra le tante firme nomi come Rasuri, Loschi, Rubinacci, ma anche Casellato, Veneta Stiro, Olper, Red Carpet. Nessuno ha mai risposto, l’assessore alla mobilità di allora – Vittorio Zanini – pare avesse portato il caso sul tavolo dell’allora giunta Gobbo e tutto finì lì. Successivamente arrivarono la giunta Manildo e la giunta Conte. I bus sono ancora lì, tanti fra i coloro che firmarono l’appello invece oggi non ci sono più.
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