Fratelli d’Italia, la mappa del potere a Treviso: tutti i nomi
Nella provincia del ministro Carlo Nordio, il big del partito è l’avvocato Fabio Crea. Che ora innesca una polemica con Conte sulla “città insicura”
ANDREA PASSERINI
Non che si acchiappassero troppo sin qui: alla prima e unica manifestazione congiunta, il 2 giugno 2020, in piazza, erano divisi da un solco di un metro che pareva un muro di Berlino. Gli uni cantavano l’inno di Mameli, gli altri gridavano «Veneto libaro» e «Autonomia subito». Ma Lega e FdI, alla fine, si son presi. In Regione e in Provincia, seppur a fatica; e pure a Roma fra parlamentari. Molto più che nel capoluogo. Comprensibile: il boom dei meloniani alle politiche (25%, Lega 11% più che doppiata) è stata seguita dalla nomina di Carlo Nordio a ministro della Giustizia. La Lega lo considerava di area, c’è rimasta male. E ora sono scompaginati gli assetti della capitale della Marca leghist-zaiana.
Ora, proprio a Treviso, e al decollo della campagna elettorale, nel centrodestra esplode il caso sicurezza. Innescato da Fabio Crea, avvocato ex Pdl e già sernagiottiano, oggi punta di diamante del partito di Giorgia Meloni, vicesindaco in pectore se Mario Conte dovesse venir riconfermato alle urne di maggio. L’altra sera, ad Antenna Tre, ha certificato che il problema criminalità a Treviso esiste: «Rapine in via Roma, aggressioni e violenze», ha detto il big dei meloniani, «Lo abbiamo evidenziato come Fratelli d’Italia, e non per discostarci dai nostri alleati. Io come residente e come esponente di Fdi dico che un problema di criminalità in città c’è. C’è, e c’era anche quando amministrava Manildo». Premessa: Crea aveva replicato alle parole del deputato leghista Gianangelo Bof, commissario provinciale del Carroccio fino a febbraio: «Quando vengo a Treviso mi son sempre sentito sicuro, mai stato aggredito».
Conte irritato
Figurarsi Conte, che da settimane sulla sicurezza deve fronteggiare gli attacchi di Giorgio De Nardi, competitor di Pd e centrosinistra. Mai avrebbe pensato che l’attacco sulla «Treviso non sicura» gli arrivasse dal primo alleato. E già il primo cittadino e presidente di Anci Veneto aveva posto un veto su Crea ad personam, pre-politico. Informato subito, Conte ha risposto a stretto fior di posta, prima di entrare al convegno di Confartigianato Veneto con il ministro Carlo Nordio a Santa Caterina. Prima di fioretto: «Vedo che ci sono scelta in controtendenza, chi decide di investire e comprare la casa proprio nel quadrante di via Roma (lo stesso Crea, un attico ndr) che non ritiene sicuro, o ha fatto una scelta azzardata o, evidentemente, sa che questo pericolo sicurezza non c’è», ha detto, non celando l’irritazione. «Di certo però non dobbiamo abbassare la guardia, l’ho sempre detto». Ma poi, inevitabilmente, ha aperto anche il caso politico, senza giri di parole. «Lascio ogni speculazione politica ad altri, ma mi attendo che Fratelli d’Italia chiarisca, sin qui ho avuto sempre una collaborazione leale e corretta, come credo lo siamo sempre stati noi. Ma non posso vedere che un loro esponente presti il fianco agli attacchi della opposizioni». E sul fatto che Crea potrebbe esser il suo vice fra pochi mesi? «Di posti e nomi si parla dopo le urne, ora bisogna pensare a correre e vincere in coalizione, uniti». Un mantra. Ma tale era la rabbia che Conte, avendo visto al convegno il commissario provinciale di Fdi, Giuseppe Montuori, lo abbia affrontato subito, nel chiostro di Santa Caterina. Faccia a faccia acceso, Conte agitato a differenza di Montuori. E una certezza: a Crea son fischiate le orecchie.
La difesa di FdI
Solo pochi minuti prima Montuori aveva provato a fare il pompiere: «Il tema sicurezza è caro a noi come alla Lega e all’intero centrodestra, tutti vogliamo assicurare ai cittadini di Treviso la massima sicurezza impegnandoci al 100%», precisava, «Questo il senso della parole di Crea, costruttive, non c’era alcun intento contro l’amministrazione. Il nostro obiettivo è che anche il percepito della sicurezza sia quello di una città sempre vivibile, sapendo che l’ordine pubblico non tocca al sindaco che non è uno sceriffo, ma nasce dal coordinamento di azioni e iniziative».
Ma il caso era già deflagrato. E a poco serviva una “spiega” di Crea, cui giungevano gli echi dell’ira leghista: «Nessun attacco alla giunta», dice l’avvocato, «Semplicemente dobbiamo lavorare per coprire i vuoti degli organici delle forze dell’ordine, consapevoli che la questione richiede interventi su altri piani, preventivi, urbanistici e sociali, come del resto l’amministrazione ha fatto e sta facendo».
Tanta voglia di rompere
Basteranno le parole di Montuori e dello stesso Crea? La Lega è in fermento, come pure la civica del sindaco. Il tema sicurezza non è solo un cavallo di battaglia sin dai tempi di Gentilini: è nervo scopertissimo, tanto più quando aggressioni e risse, mai perdonate (eufemismo) al centrosinistra, accadono sotto il governo leghista....
I leghisti duri e puri chiedono di rompere e correre soli anche a Treviso: Quella “pancia” non voleva neanche Berlusconi e Forza Italia). Al K3, tempio delle Lega, la temperatura è salita con le notizie da Motta – militanti di FdI al gazebo di Ercole Girotto, ex vicesindaco leghista che ha strappato – e da San Biagio – le riserve di FdI hanno bloccato in extremis la passerella della candidata di coalizione Valentina Pillon. Giornata convulsa. Nessun commento da parte del neosegretario provinciale Dimitri Coin. RadioLega dice che sono stati avvertiti i piani alti del Veneto, il commissario Alberto Stefani.
Nubi all’orizzonte, sul centrodestra della Marca. La Lega sconta il lunghissimo stallo precongressuale, FdI si era preparata.
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