Auto elettriche, Treviso prima per colonnine. E ora arriva la ricarica ultraveloce. Ecco dove
Parte l’installazione di 14 distributori ad alta velocità di ricarica nei parcheggi attorno al centro. Garantiscono una ricarica completa nell’arco di minuti. In Veneto nessun capoluogo ha le identiche dotazioni per le mobilità verde
Federico de wolanski
Più ricariche, più veloci. Treviso ha dato il via all’installazione di altre 14 colonnine per la mobilità elettrica in città; a differenza delle altre saranno ultra veloci, in grado quindi di garantire una ricarica completa nell’arco di minuti.
Saranno posizionate nei parcheggi “di transito” attorno al capoluogo che raggiunge così un primato Veneto: è la città con più postazioni per abitante, ma ad oggi anche quella con la maggior dotazione in termini assoluti.
Le nuove ultraveloci, ecco dove
Il bando era stato pubblicato a fine 2022, ora si è concluso con l’aggiudicazione degli incarichi alle ditte che si occuperanno di installare i nuovi distributori nell’arco di un mese circa . Le postazioni si dividono in “ultrfast”, undici, e “ultrafast”, tre.
Le prime saranno: nell’area parcheggio via Castellana davanti al mercato ortofrutticolo; nell’area parcheggio Ospedale Ca’ Foncello; nel park di via Rota; al Foro Boario; in via Milani; nell’area parcheggio lungo strada Canizzano; nel park all’intersezione tra via Marini e via Da Corona; nel park di viale Brigata Marche, zona “la bassa”; in via Graziano in via dei Da Prata (Fonderia); in via Sarpi.
Le “fast” verranno invece attivate nel park di viale Pindaro; , in viale XV luglio; in piazzale Costituzione.
L’ubicazione è stata pensata per servire i quartieri, ma anche il traffico commerciale esterno alla città che potrebbe avere grande utilità nel trovare delle colonnine di ricarica fuori dalle zone più trafficate del centro e vicino alle direttive del lavoro. L’installazione dovrebbe concludersi in un mese circa.
I numeri delle ricariche
Ad oggi la dotazione comunale conta 45 colonnine standard da 22Kw e 3 colonnine fast. Con l’arrivo delle nuove festa e ultrafast Treviso conterà la bellezza di 64 stazioni di ricarica sparse in tutto il territorio comunale. Tante, sia in rapporto agli abitanti, sia in rapporto all’estensione del territorio, sia agli altri comuni capoluogo del Veneto.
A certificare il primato veneto di Treviso erano già stati gli uffici statistica delle Regione che nel 2021 segnalarono come la città contasse una densità di quasi 8 colonnine ogni 10 chilometri quadrati, sette volte il valore del secondo e terzo capoluogo in classifica: Verona e Padova.
Oggi lo scarto continua ad essere ampissimo anche perché i numeri secchi nel giro di un mese vedranno Treviso, e le sue 64 colonnine, guidare la classifica dei capoluoghi veneti su Verona (47 attive); Padova (17); Rovigo (18); gli altri meno. A contenderle il primato potrà essere Venezia che ha appena dato il via ad un progetto per installare nel territorio comunale della terraferma 68 nuove colonnine oltre alle 8 oggi attive.
«La mobilità ha bisogno di questo»
«La mobilità sta cambiando, ormai si vende quasi esclusivamente elettrico e ibrido» dice il vicesindaco e assessore alla mobilità Andrea De Checchi, «Ci adeguiamo alle necessità di una nuova circolazione.
Anzi, l’abbiamo anticipata con una ottima progettazione». I dati delle immatricolazioni di auto elettriche o ibride segnano il trend destinato a cambiare un domani l’intero parco circolante (anche se sul termine del 2035 lo scontro è aperto).
La sosta si paga
«Anche per questo» torna a sottolineare De Checchi, «siamo stati costretti a ritirare la gratuità della sosta per i veicoli elettrici». Provvedimento scattato a inizio anno non senza polemiche da parte di chi insisteva per incentivare la mobilità green in città.
«C’erano già oltre settecento tesserati, ed altri ne sarebbero arrivati. Numeri altissimi, che testimoniano come non si sarebbe più trattato di un incentivo alla conversione nell’elettrico già speditamente avviata, ma di una disparità nei confronti di chi non ce l’ha. Oltre a un potenziale pesante ammanco di introiti».
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