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Treviso, sospesi dieci alunni nella stessa classe. Ecco i motivi

Insulti razzisti, offese ai professori e video girati durante le lezioni: un consiglio straordinario ha punito i responsabili

mattia toffoletto
2 minuti di lettura

Studenti a una fermata del bus

 

Stangata in una classe di una scuola superiore di Treviso fuori mura: dieci studenti sospesi in un colpo solo.

L’indisciplina si è manifestata nelle forme più svariate: dall’epiteto razzista in ricreazione ai video girati in aula e divulgati su WhatsApp, passando per il ripetuto utilizzo dello smartphone in orario di lezione.

«C’era un gruppo dominante che teneva banco, abbiamo voluto dare un segnale», commenta la preside. Il caso riguarda una classe prima, ritrovatasi dimezzata dal consiglio di classe straordinario che, sentito il parere della dirigente, ha adottato l’incredibile sfilza di provvedimenti disciplinari.

Solo nel caso delle sospensioni più lievi è stato concesso l’obbligo di frequenza, da assolvere con lavori socialmente utili: attività di recupero, pulizia, sistemazione di magazzini e aule.

Una classe turbolenta che purtroppo riaccende i riflettori sul tema della violenza a scuola e delle intemperanze giovanili, inserendosi a un paio di settimane dal gravissimo episodio del Turazza (lite tra studenti con accoltellamento davanti alle macchinette del caffè) e da altre vicende preoccupanti come i due compagni venuti alle mani in un’altra superiore del polo di Treviso.

Nel caso dei dieci sospesi, le “sentenze” del consiglio di classe sono arrivate dopo una riunione fiume: tanti episodi accumulati nel breve periodo, diversi ragazzi più volte richiamati fino a rendere inevitabile la sospensione.

La sanzione più pesante riguarda le offese razziste e ha comportato una sospensione lunga, della durata di dieci giorni: l’alunno, senza obbligo di frequenza, resterà a casa a meditare.

Per comprendere la portata del provvedimento occorre ricordare che, per le sospensioni dai 16 giorni a salire, deve pronunciarsi il consiglio d’istituto. Negli altri casi, lo stop alla regolare frequenza, a seconda della gravità, è risultato di uno o, al massimo, tre giorni.

Ma andiamo con ordine, passando in rassegna le varie intemperanze della classe in questione. Di poche settimane fa, la vicenda più eclatante: un alunno, in orario di ricreazione, ha offeso con epiteti razzisti il compagno, dicendogli “negro di m…”.

Il tutto sotto gli occhi esterrefatti degli altri studenti della classe. Due alunni sono stati puniti, invece, per i video prodotti in aula con lo smartphone e poi diffusi su una chat di WhatsApp: si tratta di studenti che si prendono in giro in orario di lezione, ai due “registi” è stata inflitta la sospensione di tre giorni.

Lievi quelle decise per altri sette compagni: il divieto di utilizzo del cellulare in aula si è aggiunto al disturbo reiterato durante le lezioni; sono studenti già più volte avvisati, l’accumulo di mancanze ha imposto il pugno duro.

«Spero che le sospensioni servano a far comprendere la gravità di certi atteggiamenti, i ragazzi devono capire che in quel modo non ci si comporta», sottolinea la dirigente, «Chi è incappato nelle sospensioni più lievi potrà fare lavori socialmente utili a scuola: per il prossimo anno, stiamo pensando di coinvolgere alcune Onlus. Probabile che, in certi gesti, abbia influito il difficile modo di relazionarsi imposto dal Covid». 

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