La guerra degli odori tra Comune di Spresiano e porcilaia finisce davanti al Tar
Ennesimo contenzioso con l’azienda Milani di Lovadina dopo la richiesta di demolizione di alcune strutture
matteo marcon
Un nuovo contenzioso per la porcilaia Milani a Lovadina: ora il caso finisce al Tar. Mentre si attende per il 20 aprile, data di fissazione della prossima udienza, un probabile pronunciamento del tribunale di Treviso sulla causa civile intentata da una ventina di privati contro l’allevamento di oltre 7000 suini, accusato di generare una situazione insostenibile sul fronte dei cattivi odori, da pochi mesi si è aperto anche un altro fronte.
In questo caso la battaglia legale contrappone gli allevatori al comune di Spresiano. L’amministrazione guidata dal sindaco Marco Della Pietra, infatti, il primo dicembre scorso ha emesso un’ordinanza a carico della società agricola chiedendo la demolizione di alcune strutture, considerate abusive. È l’effetto, un po’ paradossale, di un procedimento avviato dalla stessa azienda suinicola, attraverso il portale Suap, relativo alla necessità di realizzare una copertura per le vasche presenti sul lato est della proprietà.
Gli uffici nell’analizzare la domanda dei privati avrebbero riscontrato alcune rilevanti discrepanze di natura urbanistica, da qui il mancato rilascio del via libera alle nuove opere e l’ordinanza di demolizione. La società da parte sua si è opposta e ha presentato ricorso al tribunale amministrativo, ottenendo nei giorni scorsi la sospensiva dei provvedimenti impugnati.
La trattazione di merito è ora fissata per il 2 novembre 2023. Prima di allora i vicini, e in particolare i gestori del ristorante Da Domenico, sperano di vedere accolte le loro richieste. Il caso della porcilaia di Lovadina era emerso nel 2021: l’azienda Milani aveva acquisito la vecchia porcilaia, risalente agli anni ’70, e l’aveva rimessa in funzione, dopo almeno 5 anni di stop.
«La nostra azione legale» spiega l’avvocato Alessandro Bozzone, che patrocina i ristoratori vicini e anche numerosi privati cittadini «punta a ottenere perlomeno un ordine, da parte del Tribunale, rivolto alla azienda proprietaria della porcilaia, di attuare tutte le misure e gli interventi onde mitigare e contenere l’impatto degli odori entro la soglia di normale tollerabilità».
Proprio per effetto della relazione del consulente tecnico del tribunale era emersa la necessità di realizzare la copertura delle vasche, ma il tentativo di adempiere a questa osservazione per la ditta Milani si è rivelato un’arma a doppio taglio.
I commenti dei lettori