False fatture per evadere l’Iva: sequestrati i conti dell’impresa edile
Coinvolte quattro ditte edili tra Treviso, Vicenza e Padova: tre facevano da “cartiera”, una era il cervello. Non avrebbe pagato 2,3 milioni di tasse. Confiscato un milione di euro
Federico Cipolla
Le Fiamme Gialle del comando provinciale di Treviso hanno scoperto una frode fiscale nel settore edile, denunciando quattro imprenditori per reati tributari e ottenendo dal tribunale un provvedimento di sequestro di beni fino a 1.107.042,87 euro.
Le indagini, scaturite da una verifica fiscale avviata dai finanzieri, hanno permesso di ricostruire che, negli anni dal 2014 al 2018, tre degli indagati, tutti titolari di ditte individuali attive nella ristrutturazione di immobili, hanno emesso nei confronti di un’altra impresa dello stesso settore fatture false per 2,3 milioni di euro, al fine di agevolare l’evasione dell’Irpef e dell’Iva.
Le prove dell’avvenuta contabilizzazione delle fatture, ottenute attraverso verifiche e controlli fiscali, accertamenti bancari, dichiarazioni confessorie, acquisizioni documentali presso società con sede anche nelle province di Padova e Vicenza, sono state poste al vaglio della Procura della Repubblica di Treviso, che ha chiesto e ottenuto dal Giudice delle Indagini Preliminari un decreto di sequestro preventivo pari all’ammontare delle imposte evase, quantificate in oltre un milione di euro.
I finanzieri trevigiani, quindi, hanno dato immediata esecuzione al provvedimento di sequestro, cautelando, in via preliminare, liquidità bancarie, un immobile in provincia di Vicenza, due automezzi di media cilindrata e una partecipazione societaria. Stando a quanto emerso dalla indagine il sistema era architettato da una sola delle aziende, che aveva coinvolto le altre; due erano “cartiere”, che aveva il solo scopo di emettere le false fatture, mentre una terza è un’azienda che pratica effettivamente l’attività edilizia. Il sistema era quello classico delle false fatture: con pagamento al destinatario dell’ammontare, che veniva poi prelevato allo sportello e restituito all’azienda madre. Che in questo modo riusciva ad evadere l’Iva, senza perdere del denaro.
«L’operazione ha avuto il fine di tutelare gli interessi erariali e gli operatori economici in regola con il Fisco, i quali rischiano di essere estromessi dal mercato da parte di chi agisce slealmente, applicando prezzi più competitivi, grazie ai vantaggi derivanti dalle frodi nelle fatturazioni», fanno sapere delle Fiamme Gialle trevigiane. «L’evasione fiscale costituisce un grave ostacolo allo sviluppo economico, perché distorce la concorrenza e l’allocazione delle risorse, mina il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizza l’equità, sottraendo spazi di intervento a favore delle fasce sociali più deboli. Da qui l’importanza dell’azione “chirurgica” svolta dalla Guardia di Finanza contro gli evasori totali e i frodatori».
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