Emergenza casa a Treviso, Coalizione Civica a Comune e Ater: ridurre gli affitti e aiuti per le bollette
Su 45 mila abitazioni censite in città solo duemila sono alloggi popolari: troppo pochi per la richiesta di disoccupati, anziani pensionati e giovani coppie

Coalizione Civica dà voce all'emergenza casa a Treviso
«L’emergenza casa in città è adesso: a Comune e Ater chiediamo iniziative adeguate e immediate: ridurre i canoni di locazione, sostenere il pagamento delle bollette di elettricità e gas». L’allarme e il conseguente invito arrivano da Colazione Civica e riguardano Treviso.
«Molte delle persone che lavorano con noi», si legge in una nota di Coalizione, «sono impegnate da anni sul fronte del diritto alla casa, attraverso partiti e associazioni di cui fanno parte e a livello personale. Abbiamo segnalato le situazioni di disagio abitativo fin da quando eravamo all’opposizione delle giunte Gentilini e Gobbo (quando, per capirsi, il Comune aveva a disposizione 3 o 4 posti per i senza tetto) e iniziavano le contestazioni contro le troppe case popolari chiuse».
Durante il mandato dell’amministrazione Manildo il gruppo sostiene di «aver posto come centrale la questione dell’edilizia residenziale pubblica contribuendo allo stanziamento di centinaia di migliaia di euro per ristrutturare e poter quindi assegnare numerosi alloggi di proprietà comunale e alla realizzazione del centro per i senzatetto di via Pasubio».
Ricorda di essere stata a fianco degli inquilini delle case popolari quando manifestavano contro la nuova legge regionale in materia (quella del 2017) che ha portato all’aumento dei canoni di locazione e a meccanismi di assegnazione più rigidi: proprio grazie a quella mobilitazione la legge è stata modificata positivamente, anche se non a sufficienza.
Fin qui quanto fatto, ma qual è il presente dell'edilizia popolare?
«Per quanto riguarda gli alloggi di proprietà del Comune», la illustra Coalizione Civica, «dovrebbero essere attualmente 770 (di cui 60 riservati alle emergenze abitative): il 10% (quindi circa 80) sarebbe sfitto».
Ai bandi per l’assegnazione di alloggi sono arrivate 475 domande nel 2010, 580 nel 2016 e 650 nel 2019 (un aumento quasi del 40% in nove anni) e la percentuale di assegnazioni è inferiore al 10% delle domande presentate.
Sul fronte degli alloggi Ater, a gennaio 2022 quelli di proprietà a Treviso risultavano essere 1.267 di cui 1.024 affittati e 243 vuoti (successivamente l’ente ne ha messi all’asta una decina). Nel 2003 risultavano essere circa 1.600.
«Complessivamente, quindi», fa il bilancio Coalizione, «a Treviso si trovano oltre 2.000 alloggi popolari di cui oltre 300 inutilizzati, circa il 15%, comunque una minima parte delle abitazioni esistenti in città che, alla fine del 2021, superavano le 45.000 unità».
E la richiesta: «Comune e Ater intervengano con misure straordinarie: contributi per le bollette e riduzione degli affitti. Altri comuni e Ater lo hanno già fatto».
Per il gruppo, il numero insufficiente di alloggi popolari è figlio di precise scelte delle amministrazioni regionali che da decenni non investono a sufficienza in questo ambito.
«La situazione» aggiunge, «è comune da anni a tutte le Ater del Veneto, costrette a vendere pezzi di patrimonio per ottenere i fondi necessari agli interventi di manutenzione straordinaria e recupero di altri appartamenti, costrette da una politica della Regione che non assegna all’edilizia residenziale pubblica i fondi necessari per mantenere e ampliare l’offerta di alloggi, nonostante le migliaia di richieste a cui le graduatorie di assegnazione, anno dopo anno, non sono in grado di dare risposta».
L’accusa è precisa: «E’ la scelta politica chiara di chi governa il Veneto da quasi tre decenni: quella di non considerare il “diritto all’abitare” un problema da affrontare investendo le risorse che sono necessarie e considerare, invece, l’edilizia residenziale pubblica una risposta unicamente alle situazioni di più grave disagio sociale. E, così, la fascia dei lavoratori a basso reddito o precari, delle famiglie numerose o gravate da situazioni problematiche continua a rimanere fuori sia dall’assegnazione degli alloggi popolari che dal mercato della casa a cui non è nelle condizioni economiche per accedere».
La ricerca di casa «è un problema che riguarda non solo chi si trova in situazione di disoccupazione ma, sempre più spesso, colpisce anziani con pensioni modeste, giovani con occupazioni precarie a basso reddito, famiglie con un solo reddito, solo per fare degli esempi».
La risposta a questa emergenza resta l’«edilizia residenziale pubblica che potrebbe anche contribuire alla calmierazione dei prezzi “di mercato”, in particolare per quanto riguarda quello della locazione, particolarmente asfittico in molte zone del Veneto».
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