Molestie al lavoro, in pochi mesi già segnalati sette casi. «Ora denunciano anche gli uomini»
Mobbing e stalking sono in aumento e le vittime oggi non sono solo donne: «Il 3,8 per cento degli uomini ha subìto avances indesiderate da donne sul lavoro»
Lorenza Raffaello
Mobbing, stalking, molestie sessuali e di genere, tra cui quelle connesse alla maternità, in quanto “impedimento” alla produttività: i casi di violenza nei luoghi di lavoro nella Marca trevigiana sono in aumento e si riflettono sulla vita di tanti lavoratori, per la maggior parte donne tra i 20 e i 65 anni e per lo più appartenenti al settore dei servizi.
In soli 8 mesi sono stati ben 7 gli episodi presi in carico e risolti con la procedura della conciliazione dalla consigliera di Parità della Provincia di Treviso, Tiziana Botteon.
Non è un problema solo femminile
A questi si aggiungono i tre casi arrivati solo in quest’ultima settimana e tutti gli altri, più o meno sommersi, che non rientrano nella casistica a causa della mancanza di una denuncia ufficiale. E non si ceda alla tentazione di considerarla una questione prettamente rosa: ora anche gli uomini denunciano molestie sessuali e situazioni vessatorie.
I dati sono stati forniti ieri, durante il focus di Provincia e consigliera di Parità, realizzato in collaborazione con le sezioni trevigiane di Cgil, Cisl e Uil Veneto e Ispettorato del Lavoro, un’occasione per indagare sul tema della violenza nei luoghi di lavoro, comprenderne le cause e le modalità in cui si manifestano.
Mobbing e stalking, ecco cosa sono
«Le principali molestie sono il mobbing, cioè vessazioni attraverso urla, richieste non inerenti al lavoro, reiterate nel tempo e finalizzate ad allontanare la persona dalla realtà lavorativa» spiega Tiziana Botteon «ma anche lo stalking, una forma di violenza ben più grave, che implica anche aggressioni fisiche e che coinvolge tutta la sfera della persona sia in ambito lavorativo che nel privato e, infine, le molestie sia a sfondo sessuale, sia di genere. Quest’ultime coinvolgono principalmente il sesso femminile».
I contatti fisici indesiderati
La consigliera approfondisce: «Le statistiche raccontano che il 16% delle donne ha dichiarato di aver avuto contatti fisici fastidiosi e indesiderati, contro il 3,6% degli uomini. Numeri in vertiginosa crescita quando si parla di offese a sfondo sessista e sessuale. Basti pensare, tra i tanti, al recente caso che ha visto protagonista la sindaca di Quinto di Treviso, Stefania Sartori, a cui sono state indirizzate frasi sessiste».
Tra le richieste di aiuto, emergono le tante relative a discriminazioni connesse alla maternità: «La maternità viene vista come impedimento ai percorsi professionali delle donne. Si chiede alla lavoratrice, anche non velatamente, di non procreare per un certo periodo di tempo.
Ci sono molestie che si verificano al rientro al lavoro, ma anche vessazioni subite durante il delicato percorso di procreazione assistita, i casi stanno aumentando in modo significativo.
Recentemente abbiamo vinto grazie alla conciliazione: è stata istituita una banca delle ore, in modo che il tempo chiesto dalla lavoratrice per la terapia, verrà poi restituito all’azienda al suo ritorno. Ora la donna è in dolce attesa».
A fianco di Botteon, oltre a Francesca Laner, consigliera provinciale delegata alle pari opportunità, Olga Rilampa, presidente della commissione provinciale per le Pari opportunità, Maristella Pesce, presidente Cug, le rappresentanti di Cgil, Cils e Uil Treviso, anche Andrea De Lena, responsabile area vigilanza Ispettorato del Lavoro di Treviso: «Le donne devono salvare le prove e denunciare. Grazie alla denuncia una vittima di discriminazioni di genere e sessuale ha ottenuto un risarcimento, una nuova posizione lavorativa e il provvedimento disciplinare del vessatore».
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