Spresiano, donna morì dopo l’intervento estetico: 18 mesi all’anestesista
Il medico Francesco Camilli ha deciso di patteggiare e chiudere il caso. Mariolina Vargiu, sessantenne di Cessalto, era deceduta 5 anni dopo l’operazione chirurgica
Marco Filippi
Un anno e sei mesi di reclusione. È la pena patteggiata dall’anestesista Francesco Camilli, 55 anni di Firenze, per l’omicidio colposo di una paziente di una clinica estetica di via Galvani a Spresiano.
Il caso è quello noto e riguarda Mariolina Vargiu, una sessantenne di Cessalto, che durante un intervento estetico, nel novembre del 2016, accusò un’improvvisa crisi respiratoria, dalla quale non si riprese più. Finì subito in coma e vi rimase per 5 lunghi anni, fino all’ottobre del 2021, quando morì in una casa di riposo per persone non autosufficienti dov’era rimasta ricoverata così a lungo.
Finché Vargiu era ancora in vita e la procura aveva incardinato il procedimento per lesioni colpose gravissime, Camilli aveva chiesto la messa alla prova (l’istituto che permette a chi commette reati meno gravi di estinguerli con lavori socialmente utili). Con il patteggiamento per omicidio colposo, per l’anestesista fiorentino si chiude definitivamente il capitolo giudiziario della dolorosa vicenda.
Rimane aperto, invece, per l’altro medico, presente durante l’intervento, Francisco Josè Mora Zambrano, 70 anni, di origine peruviana, direttore sanitario della clinica, per il quale il giudice delle udienze preliminari Cristian Vettoruzzo ha disposto delle ricerche in quanto non c’è certezza che sia a conoscenza del nuovo procedimento a suo carico per omicidio colposo. Non risulta, infatti, che abbia mai ritirato di persona gli avvisi della fissazione dell’udienza preliminare. Prossima udienza a fine maggio.
Le contestazioni
Agli imputati la procura della Repubblica di Treviso contesta varie negligenze: aver sottoposto la paziente ad un intervento estetico in condizioni di day-surgery in una struttura priva di Rianimazione, aver somministrato troppo anestetico, non aver adeguatamente predisposto la gestione delle vie aeree in fase pre-operatoria e aver successivamente tentato per un tempo eccessivamente lungo e senza successo di intubare la paziente, omettendo di ventilarla manualmente e praticarle il massaggio cardiaco tra ogni tentativo di intubazione, provocando così l’arresto cardiaco.
L’intervento
Era un pomeriggio di novembre di sette anni fa quando la 60enne di Cessalto arrivò alla clinica estetica di Spresiano per sottoporsi all’intervento al seno in day-surgery. In apparenza i rischi erano minimi tanto che la donna si presentò da sola senza essere accompagnata da nessuno. Nel tardo pomeriggio di quel giorno, un’ambulanza del 118 arrivò nella clinica estetica di Spresiano per soccorrere la donna che aveva perso conoscenza. Era in stato di coma e furono subito evidenti i danni permanenti cerebrali.
La donna non più autosufficiente fu ricoverata in una struttura sanitaria dove venne costantemente seguita fino ad un anno fa quando morì.
Nella successiva autopsia, disposta dalla procura di Treviso, il medico legale Antonello Cirnielli aveva stabilito che Vargiu morì per sindrome da allettamento conseguente allo stato di coma.
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