Morì folgorato nel cantiere edile. Tre condanne in Cassazione
Loris De Faveri, 42 anni di Farra di Soligo, perse la vita su un ponteggio. Otto mesi a testa a due impresari e al responsabile sicurezza
diego bortolotto
I carabinieri nel cantiere davanti alla chiesa di Mel il giorno della tragedia nel settembre 2014
Si è chiusa in Cassazione, con la conferma delle condanne minime per omicidio colposo, la vicenda giudiziaria della morte sul lavoro di Loris De Faveri, 42 anni, operaio di Farra di Soligo. L’uomo era deceduto nel settembre 2014, folgorato mentre si trovava nel cantiere di ristrutturazione della chiesa di Villa di Villa a Mel (Belluno).
Sette persone erano finite sotto processo. Tre dei condannati, che in primo grado avevano avuto una pena a 8 mesi (sospesa con la condizionale), avevano fatto ricorso sino al terzo grado. «L’area di rischio, con particolare riferimento al ponteggio, era indubbiamente collocata in prossimità di linea elettrica con parti attive non protette e a distanza inferiore ai limiti», hanno stabilito i giudici della Corte di Cassazione, bocciando i ricorsi. Venerdì sono state rese note le motivazioni della sentenza definitiva.
Loris De Faveri aveva 42 anni
Avevano presentato ricorso la titolare della Edil Group di Pieve di Soligo, Francesca Cais, ditta per la quale lavorava l’operaio, il responsabile del servizio prevenzione della stessa impresa, Mauro Meler, e il titolare della Lorenzo Costruzioni di Pieve, Andrea Lorenzon.
«Il soggetto infortunato non si trovava nel luogo in cui doveva svolgere le lavorazioni, ma lo stava raggiungendo da una posizione non prevista e disagevole, visto che doveva scavalcare il ponteggio, trattandosi di due ponteggi diversi. Il rischio concretizzatosi quindi non afferiva a un’area di competenza», aveva rilevato nel ricorso l’avvocato della titolare delle Edil Group.
«Il differenziale presente nel quadro elettrico in assistenza alla linea luce chiesa, fino a qualche giorno prima dell’infortunio, aveva una soglia di intervento a 30 mA. Il tecnico collaboratore del parroco sostituì il vecchio differenziale con uno che aveva una soglia di intervento a 300 mA, vale a dire dieci volte superiore, senza neanche collegarlo al quadro elettrico», aveva contestato il legale di Lorenzon.
Gli Ermellini hanno invece confermato le sentenze di primo e secondo grado del tribunale di Belluno e la Corte d’appello di Venezia. «I giudici hanno sviluppato un percorso motivazionale congruo, logico e corretto in diritto», scrive la Cassazione «mediante il quale sono state ravvisate, previa individuazione delle aree di rischio delimitanti la posizione di garanzia dei ricorrenti, le specifiche condotte colpose dei ricorrenti, causative dell’evento mortale».
Rimangono quindi le minime condanne per omicidio colposo. Il responsabile della sicurezza del cantiere era stato condannato a 9 mesi. Le aziende non erano state ritenute responsabili, né Edil Group né Lorenzon Costruzioni, così come erano stati assolti il parroco, un elettricista, il titolare della ditta dei ponteggi e il direttore lavori. La famiglia di Loris De Faveri era stata risarcita.
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