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Evade dai domiciliari e chiede di tornare in carcere: «Almeno lì avrò un pasto»

Il caso paradossale di un 56enne, messo agli arresti domiciliari ma senza un soldo per mantenersi

Marco Filippi
Aggiornato alle 1 minuto di lettura

Per alcuni giorni i pasti li hanno portati i carabinieri

 

L’agriturismo dove si trovava agli arresti domiciliari per spaccio non gli dava da mangiare e lui è stato costretto a “evadere” per cercare un pasto. Tempo qualche ora e i carabinieri lo hanno arrestato per evasione.

Niente carcere

Al processo per direttissima, il colpo di scena. Il suo legale, contrariamente a quanto di solito accade nelle aule dei tribunali, chiede al giudice di mandare il suo cliente in carcere. Il motivo? Almeno lì gli sarà assicurato un pasto caldo. Richiesta respinta. L’indagato torna ai domiciliari nell’agriturismo.

Il caso paradossale

È il paradosso emerso in tribunale a Treviso. Protagonista un marocchino, S.H., 56 anni, senza fissa dimora. Per comprendere la vicenda bisogna fare qualche passo indietro. È il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, quando i carabinieri arrestano il marocchino.

In macchina, durante un controllo a Caerano, i militari lo trovano in possesso di cocaina e hashish, oltre al kit per pesare e confezionare le sostanze stupefacenti.

All’indomani, l’arresto per detenzione ai fini di spaccio viene convalidato dal giudice, che, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, lo pone agli arresti domiciliari. In quale luogo? All’agriturismo di Altivole dove aveva alloggiato la notte precedente l’arresto e dove ci sono ancora i suoi effetti personali.

L’agriturismo dove aveva alloggiato. Chi paga?

I titolari, però, di tenere in casa un arrestato per spaccio e per di più senza soldi per poter pagare la stanza, non ne hanno alcuna intenzione (quelli che aveva gli erano stati sequestrati quale provento di spaccio). Ma non hanno altra scelta. Garantirgli pure il pasto? Eh no, quello no

. E così per i primi due giorni sono i carabinieri a portare i pasti a domicilio al marocchino “rinchiuso” nell’agriturismo. Poi, però, per due giorni, l’uomo rimane senza mangiare.

E a suo dire, mercoledì 11, è costretto a uscire e andare in cerca di cibo. I carabinieri lo trovano a Montebelluna, nel tardo pomeriggio, a pochi passi dalla loro caserma.

La richiesta dell’avvocato

Scattano le manette per evasione. Si arriva così a ieri al nuovo processo per direttissima. Il marocchino patteggia 5 mesi e 10 giorni per evasione. Il legale, l’avvocato Enrico Villanova, chiede al giudice che il suo cliente li sconti in carcere a Santa Bona, così almeno, gli sarà assicurato un pasto. Ma il pm giudica la misura del carcere troppo afflittiva per quello che è successo. Alla fine il giudice, prendendo atto della richiesta della Procura, rimette l’uomo ai domiciliari ancora nell’agriturismo di Altivole. Al pasto di ieri ci hanno pensato i carabinieri portando il marocchino nella loro caserma.

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