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Maser, dal campo spuntano ossa umane e pezzi di lapidi

L’area privata è stata oggetto di un riporto di terra. La sindaca ordina il ripristino sotto il controllo della Soprintendenza

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La sindaca di Maser Claudia Benedos

 

Ci sono anche ossa umane nella terra di riporto utilizzata per sistemare un'area privata a Maser: ora vanno recuperate con una selezione manuale in superficie e durante le fasi di movimentazione, e vanno poi tumulate in cimitero.

In mezzo a quella terra di riporto ci sono anche altri resti cimiteriali, come riporta la relazione dei carabinieri forestali della stazione di Asolo e del Grappa, che a suo tempo avevano fatto gli accertamenti assieme al Servizio forestale Veneto Est, alla polizia locale e ai tecnici comunali.

«Rifiuti cimiteriali quali ossa, resti di lumini da cimitero, parti di lapidi con presenti ancora dati anagrafici dei deceduti, parti di legno di bara e altri resti di inumazione quali probabili vestiti laceri»: così si legge nell'ordinanza emanata in questi giorni dal sindaco di Maser Claudia Benedos, con cui si impone il ripristino dei luoghi e che, riguardo ai resti, riprende le prescrizioni dell'Arpav.

Sono lì da qualche anno, ma ora il caso si avvia a soluzione dal punto di vista urbanistico non appena sarà dato seguito alla ordinanza comunale. Da dove siano arrivati questi resti cimiteriali non è stato possibile verificarlo, come non è stato possibile tracciare la provenienza della terra di riporto in mezzo alla quale si trovano anche quei resti.

È una vicenda che ha preso avvio ancora nel 2017, quando, su segnalazione dei vicini, era stata fatta presente una alterazione dei luoghi in un'area di Maser, con riporto di terra, staccionate, ricovero attrezzi, muro di sostegno a secco, modifica delle altezze di un manufatto esistente. Nel frattempo le staccionate sono state eliminate, il fabbricato agricolo è crollato.

Era stato presentato anche un progetto di ripristino, sospeso però dagli uffici comunali perchè non ritenuto compatibile con le rilevazioni fatte in precedenza. Quindi adesso c'è l'ordinanza di ripristinare tutto come era all'origine e quindi di portare via tutta la terra di riporto, resti cimiteriali compresi, e rinverdire le aree interessate dai lavori. Il tutto anche sotto la sorveglianza della Sovrintendenza.

Si tratta infatti una zona ritenuta a rischio archeologico e quindi la Sovrintendenza ha prescritto che «la realizzazione degli interventi di ripristino e di sistemazione agraria siano effettuati con assistenza di operatori archeologi».

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