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La notte dell’Epifania si accende con 160 panevin in provincia di Treviso, ecco dove

Torna dopo tre anni la tradizione delle pire da cui si traggono auspici per l’anno. Da Arcade al Quartier del Piave, la mappa delle manifestazioni

Mattia Toffoletto
2 minuti di lettura

Il panevin di qualche anno fa a Falzè di Piave

 

Ritornano dopo tre anni il panevin di Arcade e la benedizione del fuoco nel Quartier del Piave. Ritornano, più in generale, i falò della sera del 5 gennaio senza più restrizioni Covid anti-assembramento. Bruceranno, alla vigilia dell’Epifania o nei giorni successivi, oltre 160 pire in tutta la Marca.

A regolare il tutto - grandezza e numero massimo, di norma non più di una pira per quartiere o frazione - le ordinanze anti-smog dei singoli Comuni, benché l’indomani l’aria non potrà essere delle migliori, complice l’assedio delle polvere sottili.

A Treviso le disposizioni risalgono a ottobre: si richiedono legna vergine, dimensioni massime da 3,5 metri di altezza e 3 di diametro, non più di un falò per quartiere. A Pieve di Soligo e dintorni, i paletti li ha messi pure il Consorzio Pro Loco Qdp: legna vergine, altezza non superiore ai 5 metri.

Arcade, come consuetudine, ospita il panevin più grande: alto 9,5 metri, raggiunge i 10 di diametro. Il Gruppo Alpini l’ha già realizzato fra lunedì e martedì, una settimana a scandire l’avvicinamento a un rito che avrà una dedica speciale: a Fabio Gazzabin, sindaco di Arcade, e Florindo Cecconato, per 33 anni capogruppo Alpini, entrambi scomparsi quest’anno. Di certo il falò di Arcade è il più sentito della Marca, “spettatori” arrivano da tutta la provincia. All’accensione, prevista alle 21, immancabile il presidente regionale Luca Zaia.

Lo sguardo all’insù a studiare la direzione del fumo: se Ovest o Sud, la tradizione suggerisce un anno prospero. Una tradizione antica, un appuntamento nato come rito propiziatorio per i raccolti delle campagne. La festa ad Arcade comincerà dalle 14 con gli spettacoli per i bambini, poi alle 20.30 il passaggio dei Re Magi e la benedizione del parroco don Mario.

E altrove, come si sono organizzati Pro Loco, Alpini, volontari delle parrocchie? A Treviso, la pira arderà a Sant’Angelo e San Lazzaro. A Casale sul Sile, al porticciolo dietro la chiesa, le fiamme prenderanno forma alle 20.15.

Nel Quartier del Piave, la cerimonia abbraccerà una trentina di pire, accese in perfetta sincronia alle 20 da altrettante staffette di tedofori. Una proposta unica nel suo genere, che taglia il traguardo dei 25 anni: alle 17, in piazza Albertini a Mosnigo, sono in programma accensione e benedizione del fuoco con il vescovo Michele Tomasi. Un braciere che riecheggia le Olimpiadi. Dopodiché i tedofori raggiungeranno le cataste di legna collocate a Cison, Farra, Follina, Miane, Moriago, Pieve, Refrontolo, Revine, San Pietro di Feletto, Sernaglia, Tarzo, Vidor e Susegana. Quasi un falò per ogni frazione della Vallata, ciascuno alimentato dalle torce accese a Mosnigo. I panevin bruceranno tutti con perfetta sincronia alle 20, in corrispondenza con il suono delle campane.

A Conegliano il rito verrà riproposto nelle località di Colnù e Collalbrigo, svariati gli appuntamenti a Cordignano e Vittorio Veneto. La tradizione coincide di norma con il 5 gennaio, vin brûlé e pinza ad accompagnare la festa.

Ma, in alcuni casi, l’accensione è posticipata: a Spresiano, Segusino e Fanzolo le comunità si raccoglieranno davanti al fuoco il giorno dell’Epifania. Idem a Oderzo in piazza Castello, mentre nella frazione di Rustignè si attenderà il 14 gennaio. A Santa Croce del Montello si slitterà addirittura al 17. Quasi per voler prolungare il più possibile la magia delle feste. Con gli occhi all'insù per capire se le “faive” indicheranno fiducia o pessimismo per l’anno appena iniziato.

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