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In provincia di Treviso tremila infortuni sul lavoro in più del 2021. «Un’emergenza»

Cgil traccia un quadro allarmante, anche se le morti calano. A gennaio il nuovo congresso: Visentin verso la riconferma

Lorenza raffaello
2 minuti di lettura
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Gli infortuni affliggono il lavoro nella Marca: quest’anno in soli 10 mesi – al 31 ottobre 2022 – sono stati 13.660 gli incidenti registrati: oltre 3.300 in più rispetto all’intero 2021. Il dato è stato fornito ieri dalla Cgil in occasione della conferenza stampa sul bilancio dell’azione sindacale sul territorio in vista del VII Congresso della Camera del Lavoro del 12 e 13 gennaio 2023.

Più donne ferite

Relativamente ai tanti casi di incidenti sul lavoro del 2022, si tratta di sinistri che coprono vari livelli di infortunio, dal più lieve fino a quello più importante, che contempla anche danni irreversibili tali da condizionare la qualità della vita del lavoratore.

A crescere di più sono stati quelli femminili, aumentati del 66% rispetto all’anno scorso, interessando oltre 5.500 lavoratrici della provincia di Treviso.

Manifatturiero e logistica i più pericolosi

I settori più colpiti sono quello manufatturiero, seguito dalla logistica. Per quanto riguarda gli incidenti mortali sul lavoro nel 2022, al primo dicembre i lavoratori deceduti sono stati 6, uno in meno rispetto all’intero 2021.

«La scarsa attenzione posta sul tema della sicurezza sul lavoro, anche dalle rappresentanze imprenditoriali, sommata ai controlli insufficienti a presidiare l’intero territorio a causa della carenza di personale degli entri preposti, determinano la condizione perché avvengano tali incidenti. Deve essere insegnata la sicurezza sul lavoro nelle scuole ancor prima di parlare di alternanza scuola/lavoro » afferma Mauro Visentin, segretario generale della Cgil di Treviso.

Quello degli incidenti sul lavoro rappresenta uno dei temi su cui il sindacato ha lavorato negli ultimi quattro anni, un periodo di grandi cambiamenti dovuti alla pandemia, che ha visto nella contrattazione e nella costante presenza sul territorio la sua missione principale.

Ad oggi Cgil della Marca trevigiana conta di 18 sedi provinciali, 81 sportelli, oltre 5700 aziende sindacalizzare e 79 mila iscritti soprattutto nella fascia tra i 36 e i 55 anni. Tra i servizi più richiesti quelli del Caaf, che ha processato oltre 112 mila pratiche, del Patronato Inca e dell’Ufficio Vertenze, sia per pratiche individuali che per fallimenti aziendali.

Consolidare la crescita sindacale

«Il consolidamento in crescita in termini numerici e il radicamento sull’intero territorio provinciale come presenza capillare, nelle realtà produttive, nel dialogo con le istituzioni locali e sul versante dell’offerta di servizi di qualità ai cittadini ci hanno permesso in questo quadriennio di gestire al meglio fasi e situazioni complesse quali l’emergenza sanitaria, senza soluzione di continuità nell’azione sindacale» ha precisato Mauro Visentin, segretario generale delle Cgil.

«Possiamo fotografare i bisogni “trevigiani”: da una parte ci dicono che stiamo intraprendendo i giusti percorsi negoziali in ambito locale, dall’altra ci fanno capire che mancano le risposte a livello nazionale per affrontare i grandi temi, civili, sociali ed economici, dai salari alle pensioni, dalla lotta alla precarietà alla parità di genere, dall’equità fiscale alla promozione della legalità».

Intanto prendono il via le dodici assise congressuali di categoria e a gennaio si terrà la nuova assemblea generale per rinnovare gli organismi direzionali nel 7° Congresso della Confederazione provinciale.

Un percorso partito a ottobre e concluso in questi giorni con all’attivo 548 assemblee di base, che hanno visto eleggere 250 tra delegati e delegate. Tante le possibili riconferme e poche le sorprese considerando che la segreteria confederale si ripresenterà e altri, pochi, hanno raggiunto il limite di mandati. Pare certa la riconferma di Visentin.

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