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Pochissimi giovani assunti nei Comuni. Nella Marca metà è senza Under 35

In ben 50 municipi su 94 in organico soltanto veterani. Eccezione Paese, con un 10%. Treviso a quota 2,6%

ANDREA PASSERINI
2 minuti di lettura

Lavorare nei Comuni della Marca? Non è cosa per giovani, men che meno per giovanissimi.

Dopo gli allarmi lanciati più volte dai sindaci e dall’associazione Comuni Marca Trevigiana sull’invecchiamento delle proprie risorse umane, c’è una ricerca del sito Openpolis che fotografa la realtà anagrafica anche degli organici dei 94 municipi trevigiani: in ben 50 Comuni, dunque in oltre la metà, non c’è alcun dipendente con meno di 35 anni di età. E in altri 29 Comuni la percentuale di assunti sotto quella soglia di età non supera il 5%: tra questi c’è anche Treviso capoluogo con il 2,6% a Ca’ Sugana, siamo quindi a una sola decina di dipendenti giovani.

Altri 14 Comuni oscillano fra il 5,1% e il 10%, e solo tre superano questa fatidica soglia: Portobuffolè, al 20% ma con pochi dipendenti (essendo il Comune più piccoli, fa poco testo); poi Castelcucco al 14,3% (altro comune fra i più piccoli); quindi Paese con il 10,3 %.

La classifica è redatta sui dati forniti dalle amministrazioni prima del 2019. Dunque prima della pandemia, ma il quadro può considerarsi ancora attendibile, dal momento che la nostra provincia vede i Comuni particolarmente in difficoltà sul fronte organici, sia per effetto dei tagli storici apportati dal governo, sia dal blocco del turnover e sia per il più recente effetto di quota 100 per andare in pensione. Uno quadro accentuato dalla ridotta possibilità di sostituire i lavoratori andati in quiescenza e dalla mobilità crescente. E questo non solo rispetto ai municipi del Centro ma anche a quelli delle altre province venete, fino a far diventare la Marca un incredibile caso nazionale contestuale di virtuosismo – con il risparmio dello Stato sulla spesa pubblica – o di territorio vittima di penalizzazione in termini di efficienza di servizi. A seconda di come si guarda la vicenda.

Ma torniamo ai dati del dossier di Openpolis. Se il capoluogo soffre, anche gli altri grandi centri della Marca trevigiana, eccettuato appunto Paese, non possono certo sorridere. Anzi. Conegliano secondo centro della provincia, è al 5%, parliamo anche qui di una decina di dipendenti; Preganziol è appena sotto, al 4,7%, precedendo anche Montebelluna al 4,2%, e Castelfranco al 3,5%, briciole insomma.

Vittorio Veneto sta appena meglio del capoluogo (2,9%), Oderzo è appena sotto Treviso (al 2,4%), come Villorba. Tradotto in persone, siamo a un paio di assunti sotto i 35 anni di età, mica di più. Pochissimi insomma. Peggio di tutti i grandi Comuni sta Mogliano, fermo al 2%. Fra i Comuni senza giovani assunti under 35 ci sono anche Motta, Ponte di Piave, Quinto e Istrana, San Vendemiano e Carbonera, Ponzano e Susegana. E ancora Maserada, Crocetta, Pederobba. E, per restare all’hinterland, Roncade è all’1,9%.

Mal Comune che non è mezzo gaudio. In termini di competenze digitali, ad esempio; di nuova linfa, di energie, di competenze più orientate alla tecnologia. «Non di sola esperienza vive un Comune», dice uno dei sindaci che ha visto il suo organico invecchiare, «Da anni e anni la parola turnover è pressoché sconosciuta. E ogni tornata di pensionamenti diventa un colpo durissimo per le amministrazioni, stante appunto la mancanza di ricambio». 

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