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Violenza sulla moglie. Trevigiano condannato a tre anni e a risarcire

Il cinquantenne di Mareno dovrà anche risarcire l’ex: i giudici dispongono un anticipo di diecimila euro

Marco Filippi
Aggiornato alle 1 minuto di lettura

Le violenze sono durate tre anni

 

È stato condannato a 3 anni e 10 mesi un cinquantenne di Mareno, accusato di avere maltrattato per più di tre anni la moglie di sei anni più giovane di lui. Le accuse nei suoi confronti erano pesantissime: maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e violenza sessuale.

Il periodo d’inferno

Tra il gennaio del 2014 e il maggio del 2017, quando i due ormai si stavano separando, la donna sarebbe stata umiliata, picchiata, insultata e minacciata. Gli episodi contestati dal pubblico ministero Barbara Sabattini, che ha chiesto una condanna a 5 anni di reclusione, erano diversi.

Come ad esempio quando l’imputato avrebbe versato del tè bollente addosso alla sua ex moglie. Agli atti c’erano due certificati medici, rilasciati dal pronto soccorso, che certificavano che la donna fu dimessa con 5 giorni di prognosi.

I giudici del collegio, presieduto da Francesco Sartorio (a latere Cristian Vettoruzzo e Leonardo Bianco), hanno anche riconosciuto alla donna (parte civile con l’avvocato Remo Lot) una provvisionale di 10mila euro con il risarcimento dei danni da definirsi in sede civile.

Umiliata come moglie e madre

Stando a quanto emerso nel corso del processo, la donna era stata costretta a rivolgersi a una professionista per chiedere un sostegno psicologico e superare l’ansia forte che era determinata dalla rapporto ormai logoro con il marito.

«Una donna umiliata - aveva detto la psicologa in aula - costantemente denigrata dal marito sia come moglie che come madre».

La professionista aveva riferito in aula le confidenze della parte offesa. «Ricordo - aveva testimoniato la psicologa a suo tempo - che era intimamente bloccata e che sembrava una donna con addosso la pressione costante del marito».

Violenze

Tra gli episodi raccontati in aula dalla psicologa, c’è stato anche quello in cui un giorno l’imputato avrebbe lanciato contro il muro i cellulari e avrebbe poi preso la moglie per l’orecchio.

«Quello - aveva ribadito la professionista - fu un episodio umiliante. A ridosso della separazione, la mia paziente ha raccontato di come lui la ricattasse in particolare sulle condizioni dell’imminente udienza davanti al giudice civile».

Tra le accuse anche la violenza sessuale. La donna più volte sarebbe stata costretta dal marito a subire rapporti sessuali non voluti. Le presunte umiliazioni sarebbero consistite anche nello schiacciamento delle parti intime della donna.

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