Carenze di organico all’Usl trevigiana. Sono in arrivo 50 infermieril
Giovani freschi di laurea, daranno man forte agli ospedali del territorio. Al distretto di Asolo 25 unità, altre 20 andranno a potenziare quello di Treviso
Valentina Calzavara
Giovani, freschi di laurea e pronti a dare man forte agli ospedali della Marca perennemente alle prese con la carenza di personale specie nei reparti di pronto soccorso, nelle chirurgie e nelle rianimazioni. Cinquanta nuovi infermieri si apprestano a entrare in servizio nelle fila dell’Ulss 2.
Questa attesa iniezione di personale rientra nella campagna di nuove assunzioni varata dalla Regione che ha avviato un concorso con 700 posti messi a bando da Azienda Zero, per supportare le aziende ospedaliere di tutto il Veneto provvedendo a rimpinguare le graduatorie.
«Per i nostri ospedali della provincia di Treviso arriveranno 50 infermieri, appena diplomati, l’iter è in fase di svolgimento, li inseriremo con l’anno nuovo» anticipa il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi.
La ripartizione dei 50 rinforzi infermieristici nella Marca è già stata delineata dalla direzione medica: la priorità è di rimpinguare il personale dei reparti più in sofferenza. Il maggior numero di infermieri, ben 25, sarà assegnato al distretto di Asolo per le strutture di area critica e rianimazione dell’ospedale San Valentino di Montebelluna, l’ortopedia dello stesso, nonché la medicina sia montebellunese sia dell’ospedale San Giacomo di Castelfranco.
Al distretto di Treviso verranno collocati 20 infermieri: 6 per Pronto soccorso e settore emergenza-urgenza, gli altri in forma mista tra diversi reparti, dalla neurochirurgia alla chirurgia vascolare del Ca’ Foncello.
Per il distretto di Pieve di Soligo verranno assegnati una decina di infermieri tra Pronto soccorso di Conegliano e medicine di Conegliano e Vittorio Veneto. Grazie alle nuove assunzioni si andranno quindi a tamponare alcune lacune negli organici continuamente in bilico a causa di turnover, pensionamenti e difficoltà a reperire professionisti sul mercato del lavoro. Nel frattempo, anche gli infermieri no vax sono potuti rientrare in corsia: ammontano a 140 gli inserimenti post sospensione varati dall’Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Treviso che gestisce l’albo trevigiano degli iscritti. Tra questi, a tornare al lavoro dopo il fermo per la mancata profilassi, ci sono 42 infermieri dipendenti dell’Ulss 2, mentre gli altri professionisti interessati operano sul territorio e, in minima parte, in altre aziende ospedaliere del Veneto. Per tutti loro, il primo novembre, la presidente dell’Opi Samanta Grossi, ha provveduto a rilasciare “l’autorizzazione” al reintegro lavorativo, dopo la sospensione senza stipendio per la mancata osservanza dell’obbligo di vaccinazione anti-Covid dell’anno scorso.
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