Volley, l’Imoco Conegliano in estasi per Haak: fa già meglio di Egonu per punti e percentuali
La Prosecco Doc si gode la straordinaria vittoria di Novara. In evidenza la ricezione di Cook e la brillantezza di Squarcini
Mirco Cavallin
L’ultima da avversari, sulle panchine rispettivamente di Serbia e Polonia, i due coach di Conegliano e Novara Santarelli e Lavarini l’avevano vissuta ai quarti di finale del Mondiale, con un tiebreak che aveva fatto tremare i polsi alle future campionesse iridate. Mercoledì sera ad avere ragione è stato, ancora una volta, l’allenatore delle pantere, al quale sono bastate due strigliate delle sue quando il punteggio era, se non compromesso, ampiamente sbilanciato a favore dell’Igor.
Era troppo brutta la Prosecco Doc Imoco per essere vera e altrettanto si può dire della Novara del secondo set. Più equilibrato e veritiero è stato il finale degli altri due parziali, con le piemontesi capaci di annullare in tutto quattro set point. Alla fine ha avuto ragione Conegliano, che sta prendendo velocemente consapevolezza dei propri mezzi.
Della classe di Cook non c’è da stupirsi e la prestazione dell’altra sera ne ha confermato le capacità tecniche, con le migliori percentuali in ricezione (75%) e in attacco (63%). La brillantezza di Squarcini è un fattore aggiunto a muro e con gli aces, rispettivamente 13 e 5 in quattro gare, che la pongono in vetta alle graduatorie di squadra.
A De Gennaro sfuggiranno, quando va male, un paio di palloni a partita e appena prende le misure arriva a coprire porzioni di campo ben più grandi della sua stretta zona di competenza. Wolosz sta iniziando a divertirsi e a disegnare traiettorie e combinazioni nuove, sempre più adatte alle caratteristiche delle compagne. Il braccio tanto pesante quanto veloce di Lubian è un’opzione che, alla lunga, può diventare determinante, specialmente contro difese meno reattive.
La resilienza di Plummer, capace di uscire dalle buche in cui talvolta va a cacciarsi, fa bene prima di tutto a lei, che ha sempre un potenziale da doppia cifra.
E poi c’è Haak, già una certezza, ma non c’erano dubbi, per ciò che ha vinto in Turchia e per il talento che già a Scandicci aveva fatto intravedere.
La svedese ha una costanza e un rendimento di alto livello in attacco, cinque volte su sei sopra il 50%, con appena 6 errori diretti e altrettante murate subite su 206 palloni.
Ha superato Karakurt, 120 a 119, nel totale dei punti realizzati e con 12 muri a segno è la seconda della squadra e una delle migliori del campionato. Ora ha iniziato anche a martellare meglio al servizio, mettendo a segno il suo primo ace stagionale, dopo 22 errori, uno ogni quattro battute.
L’anno scorso, a parità di partite (6), di set giocati (21) e di palloni attaccati (208), Paola Egonu aveva realizzato 116 punti (con 10 aces e 7 muri), commettendo 23 errori diretti e subendo 6 murate e totalizzando il 46% in attacco. A stagione conclusa la sua percentuale è salita al 52% complessivo, con prestazioni più elevate nella fase dei playoff.
Sarà il lungo periodo e magari anche un altro confronto diretto al Mondiale fra un mese a fornire altri dati di valutazione. Di certo c’è che con Haak il gioco delle pantere ha assunto sfaccettature nuove e che i risultati, per adesso, non sono cambiati.
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