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Parrucchiere e estetiste in aiuto di donne vittime di violenze

Il servizio attivato dall’Ulss 2 per il distretto di Pieve di Soligo, in seguito alla confidenza della cliente di una acconciatrice, abusata da un uomo

diego bortolotto
Aggiornato alle 1 minuto di lettura

Un flash mob contro la violenza sulle donne, nella Gradinata degli Alpini a Conegliano

 

Parrucchiere ed estetiste sono spesso delle confidenti per le clienti ed è possibile che alcune donne, vittime di violenza, raccontino loro episodi di violenza di cui sono vittime. È per fornire gli strumenti utili a sostenere nel modo giusto questo tipo di richieste d’aiuto, che prende il via l’iniziativa “Se la vita prende una brutta piega… dacci un taglio”. «L’iniziativa ricalca il progetto americano da cui abbiamo mutuato il nome – spiega la dottoressa Martina Barban, membro del gruppo di lavoro impegnato nel contrasto alla violenza contro le donne dei pronto soccorso di Conegliano e Vittorio Veneto -. Abbiamo voluto attivarlo anche nel territorio dell’Ulss 2 per rispondere all’esigenza, esternata proprio da una parrucchiera, che si è trovata in difficoltà di fronte alle confidenze di una cliente vittima di violenza, non sapendo come poterla aiutare».

Gli incontri sono organizzati dal personale dei pronto soccorso di Conegliano e Vittorio Veneto, con il Comitato dei Sindaci del distretto Pieve di Soligo, in collaborazione con la Fondazione di Comunità Sinistra Piave e le associazioni di categoria e si svolgeranno a novembre. L’obiettivo è far conoscere a queste professioniste la rete attiva nel territorio dell’Ulss 2 per il sostegno alle donne vittime di abusi, rendendoli capaci di offrire un aiuto concreto. Il 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, verrà chiesto ai professionisti di decorare le vetrine dei loro saloni con lo slogan della campagna e con i numeri telefonici di riferimento. «L’intento è quello di coinvolgere nella Rete antiviolenza sempre più persone attive nella comunità – conclude la dottoressa facendo in modo che siano capaci di riconoscere una donna vittima di abuso e, in qualche modo, possano aiutarla e facendo sì che anche i saloni di bellezza diventino luoghi dove sensibilizzare le persone, con discrezione e delicatezza».

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