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Baci proibiti a paziente affetta da anoressia: infermiere prosciolto a Treviso

Accusato di aver avuto un atteggiamento molesto per 5 mesi. Ma alla fine anche il pm ha chiesto il non luogo a procedere

Marco Filippi
1 minuto di lettura

Era accusato di aver approfittato, per cinque mesi, da febbraio a maggio del 2015, delle condizioni psicofisiche di una giovane paziente affetta da disturbi dell’alimentazione, ospitata in una struttura sanitaria a Treviso per darle dei baci, alcuni in bocca, e allungare le mani sulle parti intime. Ma, a sette anni di distanza dai fatti, un infermiere trevigiano di 57 anni è stato prosciolto dal giudice delle udienze preliminari Piera De Stefani con sentenza di non luogo a procedere.

Per la verità la procura della Repubblica aveva già chiesto che il caso venisse archiviato in quanto nel corso dell’inchiesta non erano stati trovati elementi probatori sufficienti per sostenere l’accusa in aula ma il giudice delle indagini preliminari Mascolo aveva disposto l’imputazione coatta per violenza sessuale nei confronti dell’infermiere (difeso dall’avvocato Sossio Vitale), che fin da subito aveva respinto ogni accusa, accogliendo la richiesta del legale della parte offesa, l’avvocato Lorenza Secoli.

I fatti risalgono a sette anni fa quando la giovane, che era affetta da disturbi dell’alimentazione, era ricoverata in una struttura del capoluogo della Marca. L’infermiere, secondo il suo racconto, avrebbe approfittato delle condizioni non ottimali della ragazza per baciarla e toccarla nelle parti intime.

Ad innescare l’inchiesta era stata la confidenza fatta dalla giovane a un familiare. Ma al termine dell’inchiesta, la procura della Repubblica non aveva trovato riscontri alla denuncia della giovane. Da qui la richiesta di archiviazione.

La difesa stessa dell’imputato aveva raccolto elementi a favore del suo assistito, che si sarebbe sempre distinto per la serietà e professionalità al lavoro, tanto da mantenere il suo posto nonostante l’inchiesta, senza subire neanche un provvedimento disciplinare.

Tra l’altro all’interno della struttura c’erano altri colleghi presenti che hanno testimoniato di non aver mai ravvisato alcun comportamento anomalo da parte del 57enne.

Ieri dunque, l’udienza preliminare conclusasi con la sentenza di non luogo a procedere.

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