Il botto di Azione-Italia Viva a Treviso: superata la Lega. «Le comunali? Ci saremo anche noi»
Martina Cancian, renziana e candidata alla Camera: «Ottimo risultato, abbiamo inciso sui temi economici»
Massimo Guerretta
L’exploit di Azione-Italia Viva nel territorio comunale di Treviso rischia di lasciare il segno. Magari non nell’immediato, ma in vista delle elezioni comunali della primavera 2023 la nuova alleanza Calenda-Renzi può puntare a presentarsi alle urne con un candidato in grado di lasciare il segno, dopo essersi lasciata alla spalle addirittura la Lega (12,90% a 11,70, 622 voti di distacco), con Fratelli d’Italia primo partito al 26,41 e il Pd al 21,69. Martina Cancian, 33 anni, renziana delle prima ora e assessore a San Biagio di Callalta, era candidata alla Camera con con Azione-Italia Viva.
Cancian, come avete vissuto lo spoglio?
«Con la squadra in sede a Treviso, seguito ma l’entusiasmo cresceva, soprattutto a livello locale, sia a Treviso che in provincia. Nel capoluogo, non si può nascondere, è un ottimo risultato, siamo al 13 per cento».
Si può parlare di vero exploit di Azione-Italia Viva?
«Beh, abbiamo fatto meglio della Lega... Al di là della contentezza, vuol dire che si sta strutturando un progetto riformista nel nostro territorio. Anche nelle prossime comunali di certo saremo protagonisti. Attendiamo gli ultimissimi risultati a livello nazionale, siamo ai conteggi finali per i plurinominali. Certo che ci sarà da parlare dell’ottimo risultato di Treviso, con una squadra nuova, che si è consolidata. Tra Italia Viva e Azione è nata una nuova proposta politica».
Con più tempo avreste potuto far meglio?
«Meglio di così era impensabile. Ma c’è stata affinità immediata, non abbiamo bisogno di conoscerci, il feeling esiste, c’è una squadra consolidata e abbiamo lavorato benissimo. Ci consideriamo un unico partito».
Anche In Veneto si aprono scenari con la Lega in picchiata?
«Sicuramente, ma ora è prematuro parlarne».
Dove si poteva far meglio?
«Siamo carenti nelle regioni del Sud. Ma, preciso, ciò non riguarda l’ottimo lavoro dei nostri parlamentari. Abbiamo inciso sui temi economici nelle regioni più produttive, anche in Toscana, in Lombardia, in Emilia Romagna, con una proposta mirata».
Per il Pd, a livello nazionale, quanto pensa sia stato decisivo il mancato accordo con la vostra proposta?
«A livello nazionale si è allontanata dall’area riformista, ha preferito collocarsi in un’area più di sinistra, quindi perdendo lo sguardo al centrismo. Chiariamoci, i candidati del Pd ottimi anche a livello locale, ma stiamo parlando di scelte politiche, quelle di Letta sono state sbagliate fin dall’inizio».
Che opposizione dovrà fare il suo partito a Roma?
Con un governo di centrodestra non abbiamo di certo nulla con cui spartire. Vedremo che esecutivo nascerà, ma di certo nessuna alleanza. Anzi, daremo del filo da torcere anche a loro».
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